Skip to main content

Bonomi si guarda attorno per la Popolare di Milano

Gli sparuti ambienti borsistici milanesi non sono composti da educande o ragazze di buona famiglia, ma da gente che mira al sodo e spesso usa espressioni grevi. A proposito di Andrea Bonomi e dell´operazione che lo ha portato a diventare nel novembre scorso, con il 9,9 per cento, il primo azionista delle Banca Popolare di Milano, ora dicono: “Ormai la sveltina se l’è fatta. Adesso sta cercando qualcuno che prenda il suo posto”.
 
La battuta, effettivamente scurrile e venata di maschilismo, si riferisce al fatto che l´ultimo discendente della famiglia Bonomi sarebbe soddisfatto dei risultati ottenuti finora con la banca prima presieduta e poi portata al disastro da Massimo Ponzellini, e sarebbe – secondo rumors non confermati ufficialmente – alla ricerca di un partner disposto a subentrargli. In modo così da chiudere la partita e portare a casa una lauta plusvalenza.
 
Andrea Bonomi è l´ultimo discendente di una famiglia di immobiliaristi e finanzieri. La nonna, Anna Bonomi Bolchini, maniaca del mattone, divenne padrona di mezza Milano del miracolo economico; suo figlio Carlo, padre di Andrea, divenne invece un finanziere da prima pagina anche se non sostenuto da grandi performance: si fece sfilare sotto il naso, senza accorgersi di nulla, la holding capogruppo, la BI-Invest. Comunque, una famiglia di finanzieri, abituata a realizzare profitti comprando e vendendo, e non gestendo imprese.
 
E´ un dna che Andrea, 46 anni, ha ereditato e lo ha dimostrato come capo della sua Investindustrial. La desinenza industrial non deve ingannare: si tratta di una finanziaria pura che gestisce fondi di private equity, con uffici a Milano, Lugano, Londra, New York, Shanghai, e ha investimenti in varie parti del mondo, in società che operano nei settori più disparati. Una di queste si chiamava Ducati: si chiamava perché non fa più parte della sua scuderia. Acquisita nel 2006, pochi mesi fa è stata venduta alla tedesca Audi con soddisfazione di Bonomi & C. e maggior gloria dei capitalisti italiani sempre più filo Marchionne.
 
Investindustrial è il veicolo che ha condotto anche l´operazione Popolare di Milano completatasi, nel novembre scorso, con un aumento di capitale da 800 milioni che ha portato appunto il gruppo Bonomi a diventarne azionista di riferimento. Un´eccellente operazione che è riuscita soprattutto in un obiettivo: limitare (se non eliminare) lo strapotere dei sindacati interni, il virus che ha portato negli anni un florido istituto bancario fino all´orlo del collasso. Ora che l´operazione è conclusa, la banca è diventata, almeno in prospettiva, commerciabile. Se fino a ieri nessun investitore internazionale si sarebbe mai avvicinato alla Bpm dove la facevano da padroni camarille sindacali, oggi il discorso è diverso. Bonomi potrebbe così pensare a realizzare l´investimento cercando dei compratori. Dove? Ma all´estero, naturalmente, si mormora in ambienti milanesi.
×

Iscriviti alla newsletter