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Libia, chi è Sam Bacile: il suo film pretesto delle violenze

In questo momento è nascosto in un posto sicuro ma il suo nome sta facendo il giro del mondo. Non tanto per il suo film, “Innocence of Muslims”, sconosciuto ai più ma perché la pellicola ha scatenato la reazione degli estremisti islamici in Egitto e in Libia dove questa notte a causa di un attacco al consolato Usa di Bengasi sono stati uccisi l’ambasciatore Chris Stevens e tre membri della delegazione diplomatica.
 
Bacile è un regista israeliano di 56 anni che vive in California e ha sempre mostrato insofferenza verso l’Islam definendolo “un cancro”. Con questo film, voleva aiutare la sua terra natia mostrando al mondo i difetti della religione islamica e dipingendo il profeta Maometto come un truffatore.
La pellicola della durata di due ore è costata cinque milioni di dollari ed è stata finanziata con l’aiuto di oltre cento mecenati ebrei. L’intero film è stato proiettato una sola volta in un teatro semivuoto di Hollywood ma il trailer su youtube è stato tradotto in arabo e ha raggiunto rapidamente gli estremisti della religione. E prevedibilmente ha scatenato la loro ira e la violenza.
 
Un collaboratore di Bacile, Steve Klein, l’aveva avvisato: “Sarai il prossimo Theo van Gogh”, il regista olandese ucciso nel 2004 da un fanatico dopo aver girato un film Submission che era stato percepito come offensivo verso l’Islam. Ma Bacile non si è fatto spaventare, incurante delle conseguenze, per lui e soprattutto per gli altri.
 
f.a.
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