Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Cdp, ovvero Italian Power Game

Dopo quella su Finmeccanica, la più importante partita del potere italiano si sta giocando tutta attorno alle sorti di Cassa depositi e prestiti, il gioiello e cassaforte che lo Stato italiano condivide con le Fondazioni bancarie.
Proprio sul ruolo e sulla presenza delle vecchie Casse di risparmio che si gioca il primo e più importante tempo del Power Game. Il 30% di quota sociale nelle mani di Guzzetti & co. dovrà essere confermato attraverso una sorta di conguaglio. Il valore della somma che dovrebbe essere versato, dovrebbe essere pari alla cifra record di cinque miliardi, almeno stando ai conti fatti dall´advisor Deloitte.
 
Le fondazioni non ci stanno e minacciano di recedere, lasciando così al Tesoro italiano il 100% di Cdp con conseguenze pesanti nella relazione con l´Unione europea a proposito delle norme sugli aiuti di Stato.
Si potrebbe aprire un contenzioso legale impressionante. Guzzetti ha già messo al lavoro il celebre notaio e professore emerito della Bocconi Piergaetano Marchetti (già numero uno di Rcs). Tuttavia, l´impressione è che le parti vogliano trovare una intesa senza rotture e questa sembrerebbe stabilizzarsi attorno ad una somma poco superiore ai due miliardi di euro.
 
A spiegare come si arriva a questa cifra, lo fa bene Alberto Brambilla sul Foglio (non entra nei dettagli ma non buca la notizia Repubblica). Che fra Grilli e Guzzetti ci sia la volontà di giungere ad un accordo è palese (e Monti non si metterà di traverso).
Il punto è che, a partire da Marco Lillo del Fatto passando dagli economisti liberal Boeri, Zingales, Giavazzi fino ad arrivare alla Gabanelli, esiste un pezzo trasversale del Sistema che storce il naso, e non poco. Potranno costoro bloccare l´operazione? Non dimentichiamo che poi ci sarà il secondo tempo, quello della governance. In primavera dovrà essere rinnovato il cda di Cdp.
 
In bilico è tutto il board, a partire dall´amministratore delegato: lo schivo e bresciano Giovanni Gorno Tempini. All´epoca fu scelto da Tremonti e Bazoli. Ora il primo non c´è più e il secondo è assai più debole (anche se resta sempre Bazoli). Non è difficile immaginare che per quella posizione si aprirà (già aperta?) una battaglia al calor bianco. Al debole potere italiano è rimasto molto poco su cui combattere e la Cassa è un bottone ghiottissimo. E le Fondazioni potrebbero essere uno scomodo terzo incomodo…
×

Iscriviti alla newsletter