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Ratzinger “svela” il segreto del bue e dell’asino nel presepe

Nel libro sull’infanzia di Gesù presentato oggi in Vaticano, il Papa spiega l’origine tradizionale del presepe usato a Natale dai fedeli.
Per quanto riguarda la nascita di Gesù nella grotta, “nel Vangelo non si parla di animali”, scrive Ratzinger. “Ma la meditazione guidata dalla fede, leggendo l’Antico e il Nuovo Testamento collegati tra loro, ha ben presto colmato questa lacuna, rinviando ad Isaia 1,3: ‘Il bue conosce il suo proprietario e l’asino la greppia del suo padrone, ma Israele non conosce, il mio popolo non comprende’”. Probabilmente, racconta il Papa, anche altri due libri della Bibbia di Abacuc e dell’Esodo hanno avuto un’influenza. “L’iconografia cristiana già ben presto ha colto questo motivo. Nessuna raffigurazione del presepe rinuncerà al bue e all’asino”.

Quanto al “canto degli angeli” raccontato dal Vangelo, “si può ben comprendere che il semplice popolo dei credenti abbia poi sentito cantare anche i pastori, e fino a oggi, nella Notte Santa, si unisca alle loro melodie, esprimendo col canto la grande gioia che da allora sino alla fine dei tempi a tutti è donata”.

“Autorevoli rappresentanti dell’esegesi moderna sono dell’opinione che la notizia dei due evangelisti Matteo e Luca, secondo cui Gesù nacque a Betlemme, sarebbe un’affermazione teologica, non storica. In realtà Gesù sarebbe nato a Nazaret”, scrive ancora il Papa, per aggiungere: “Io non vedo come si possano addurre vere fonti a sostegno di tale teoria”. Il Papa, poi, attribuisce una “misura notevole di credibilità alla tradizione locale betlemita, alla quale si riallaccia anche la basilica della Natività”.

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