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I consigli di Roland Berger all’Europa e all’Italia

La Vecchia Europa sta ora affrontando importanti sfide economiche e sociali, che non
devono essere considerate come segni di “declino inevitabile” del continente in un’economia
mondiale globalizzata, ma piuttosto come mezzi di un processo di trasformazione utile a
rilanciarne la competitività sui mercati internazionali. Ad attestarlo è uno studio della società tedesca Roland Berger Strategy Consultants, pubblicato dal World Economic Forum, che analizza le falle della fragile economia europea e rileva la necessità di mettere in atto quanto prima efficaci politiche strutturali.

Un’Europa a due velocità
Un processo, quello delle riforme – rimarca il report – reso inevitabile da un divario di
efficienza che si allarga, denotando l’esistenza di un’Europa a due velocità: da una parte
un Centro-Nord ricco e produttivo e dall’altra un Sud sempre più povero, oppresso da
disoccupazione e debito pubblico. A quest’analisi non sfugge ovviamente l’Italia, descritta tuttavia come “un malato in via di guarigione”, avendo già iniziato un processo virtuoso di ristrutturazione per la messa in sicurezza dei conti pubblici.

Ciò non è ad ogni modo sufficiente ad assicurare all’Europa un futuro di prosperità che le
consenta di contrastare le lacune e la crisi dei debiti sovrani e mantenere immutati i propri
valori fondanti d’inclusione sociale e partenariato. Per giungere a tale risultato, lo studio ritiene necessario il perseguimento di pratiche di competitività da costruire attraverso cinque fattori chiave: stretta collaborazione tra le parti interessate, coerenza politica, leadership politica, senso di urgenza e piani di comunicazione forte e chiara.

Leadership e coerenza: le buone pratiche
In particolare, i Paesi devono trovare ispirazione e imparare dalle pratiche del passato, che
hanno dimostrato come il rispetto di tali fattori possa fornire buoni risultati.
Per un processo di riforma duraturo è importante che i leader politici sviluppino una strategia
che fornisca una visione ispiratrice e l’impegno per un approccio socialmente equilibrato.
Essi devono inoltre comunicare e spiegare la necessità di riforme per l’interesse generale, la
cui responsabilità sia dunque condivisa da tutti.
Vi è la necessità di informare meglio i cittadini dei vantaggi a lungo termine d’iniziative di
riforma, anche se queste possono produrre costi nell’immediato. Un approccio multilaterale serve a creare un senso di appartenenza tra tutti gli agenti della società, mentre la coerenza politica aiuta a mantenere inalterato il ritmo delle riforme fino a quando gli sforzi iniziano a dare i loro frutti. Infine, nei periodi di particolare stallo, la leadership politica è la chiave per sbloccare la situazione.
Tra le altre misure, saranno necessari sforzi importanti per stimolare l’innovazione e
l’imprenditorialità, favorire la mobilità dei talenti all’interno dei confini comunitari e far
funzionare meglio i mercati per i consumatori e le imprese europei.

Rivitalizzare i valori europei
Nelle sue conclusioni, il report ricorda come nel ricostruire la competitività dell’Europa,
il processo di riforma richiederà una rivitalizzazione dei valori e della visione che hanno
guidato l’integrazione europea, quali il partenariato e l’inclusione sociale. Aumentare la competitività è compatibile con lo sviluppo di efficienti economie sociali di mercato.
Gran parte della resistenza nei confronti di alcune riforme è dovuta alla paura tra i cittadini di
abbandonare il modello europeo di sviluppo basato sull’efficienza del mercato, mantenendo
la coesione sociale, che ha rinsaldato le società europee dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia, diversi Paesi europei hanno adottato in passato rilevanti riforme orientate alla competitività, pur mantenendo inalterati i propri valori europei di efficienza e di coesione.

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