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Perché anche gli operai cinesi iniziano ad alzare la voce

Alcune centinaia di operai di una fabbrica del sud-est della Cina che lavora per la Foxconn, gigante taiwanese dell’elettronica, sono entrati in sciopero ieri e oggi per protestare contro le cattive condizioni di lavoro. I manifestanti hanno dato vita a un corteo nella città di Fengcheng, riporta la Sacom, associazione con base a Hong Kong.

Un’altra organizzazione di difesa dei diritti dei lavoratori, China Labor Watch, ha precisato che gli operai guadagnano appena 1.300 yuan (157 euro) al mese come salario base, somma che talvolta riescono a raddoppiare lavorando fino a 12 ore al giorno.

Secondo alcuni testimoni “almento un migliaio di persone hanno partecipato allo sciopero e diversi operai sono stati arrestati dalla polizia”.

Il gruppo Foxconn, numero uno mondiale per la componentistica dei prodotti elettronici, assembla pezzi per Apple, Sony e Nokia e dà lavoro a 1,2 milioni di persone in Cina.

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