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I Grillo in Rete s’interrogano: come ci comportiamo in Parlamento?

A forza di chiamarlo, lo tsunami è arrivato e porta con sé una dote di circa 150 grillini che da oggi popoleranno le più alte istituzioni della Repubblica italiana.

Un risultato, quello del Movimento 5 stelle, che costringerà il partito di Grillo – ora è lecito e doveroso chiamarlo tale – a passare dalla “protesta” alla proposta e quindi alle responsabilità imposte dal governo, seppure di minoranza.

Che farne delle “poltrone”?

Governare vuol dire innanzitutto partecipare alla condivisione e gestione del potere, alla tanto odiata “spartizione” delle poltrone se si vuole banalizzare, un passaggio che potrebbe rafforzare il movimento, così come indebolirlo se gestito con poca accortezza.

Il quesito che in queste ore assilla Grillo e Casaleggio riguarda proprio questo. Come gestire il dopo-elezioni?

Un summit per decidere

Già nel prossimo fine settimana – rivela il Corriere della Sera di oggi – potrebbe esserci un summit a Roma con tutti i 150 eletti per decidere i passi da compiere.

Sono molti gli incarichi ai quali, visto il peso che avranno i parlamentari grillini in ambo i rami e nelle commissioni, potranno ambire: Copasir e Vigilanza Rai, solo per citarne alcuni.

Ad ogni modo, confermano fonti del M5s, ogni decisione sarà presa a maggioranza e spesso, come nel caso dei capigruppo, con il criterio della rotazione.

La Rete si interroga

Il discorso sulla strada da intraprendere, nella migliore tradizione grillina, ha in ogni caso già dato vita a un dibattito in Rete, dove dopo l’entusiasmo iniziale, tweet e post degli attivisti si stanno ora concentrando sul futuro del movimento.

C’è chi ritiene che si debba rimanere al palo, aspettando che questo parlamento “ingovernabile” imploda per poi tornare al voto e rientrare più forti di prima.

Altri auspicano invece un’opposizione costruttiva, che faccia le pulci e proponga riforme da condividere che la maggioranza al governo.

Un rebus, quello dell’approccio e della strategia grillina, al quale solo le prossime settimane potranno dare una risposta.

Le promesse da mantenere e le sfide di oggi

Prima ancora di una corretta gestione del potere, le sfide immediate che attendono il movimento sono quelle sul rispetto dei punti cardine del suo agire politico.

Si va dal taglio dello stipendio di ogni deputato e senatore, alla restituzione dei rimborsi elettorali e al sostegno incondizionato a proposte non proprie, ma considerate nell’interesse dei cittadini.

Sarà interessante inoltre vedere come gli eletti si confronteranno con un mondo a loro ignoto e labirintico come quello delle istituzioni romane e come si porranno davanti alle tante decisioni che riguardano temi sensibili come la politica estera, prima tra tutte il rapporto con Bruxelles.

La loro avventura inizierà comunque prima con due appuntamenti importantissimi: l’elezione dei presidenti di Camera e Senato e quella del nuovo presidente della Repubblica.

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