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Come migliorare l’Unione europea. I consigli di Micossi

L’Unione europea, minata dalla crisi economica, sta evidenziando tutte le sue lacune, prima tra tutte l’assoluta mancanza di una convergenza degli Stati membri sul piano politico. Lo schema attuale, tutt’altro che infallibile, sta dando vita ad un dibattito acceso sulla responsabilità decisionale e politica all’interno dei confini dell’Unione.

Ecco scenari e soluzioni di un paper del Ceps, Centro per gli studi politici europei, a firma dell’ex ambasciatore e consigliere della Commissione europea, Philippe de Schoutheete, e del direttore generale dell’Assonime, l’economista Stefano Micossi.

L’euro nelle tasche di ogni cittadino europeo
A detta del Ceps, mentre l’Eurozona sta emergendo come il centro nevralgico del progetto per una migliore integrazione delle politiche economiche all’interno dell’Unione, non è un risultato scontato che il più ampio quadro comunitario debba essere abbandonato del tutto.
Tuttavia, la progressiva estensione dell’Unione economica e monetaria (Uem) alla maggior parte dei membri dell’Unione rimane un obiettivo politico fondamentale per influenzare e plasmare in modo significativo il progetto in atto delle istituzioni dell’Uem.

Meno poteri agli Stati nazionali, una strada senza ritorno
La centralizzazione in corso nei poteri esecutivi per motivi economici politiche non può essere vista come un dispositivo temporaneo per affrontare la crisi, che può essere prevede di recesso una volta che la crisi è risolta. Al contrario – secondo il report – la crisi ha messo in luce difetti di progettazione sistemici nelle istituzioni dell’UEM che, pertanto, richiedono cambiamenti sistemici in al fine di essere risolto. Questo è in particolare il caso per le nuove regole e le istituzioni sviluppate per assicurare la coerenza delle politiche economiche nazionali con la stabilità economica e finanziaria in UEM.

Quale modello politico per l’Europa?
Il Consiglio europeo è destinato a rimanere il grado più alto del potere esecutivo in Europa, con la Commissione europea che continuerà a svolgere un ruolo centrale nella realizzazione di politiche comuni, piuttosto che avviare o assumere decisioni in modo indipendente.

Il metodo comunitario rischia di rimanere come la principale tecnica legislativa dell’Unione, ma non è probabile che sia esteso anche alle decisioni di politica economica.

Come conseguenza di ciò, i meccanismi e le istituzioni che saranno necessari per ripristinare la legittimità e la responsabilità di un adeguato processo decisionale della politica economica dovranno da un lato coinvolgere in un modo più forte i Parlamenti nazionali, legittimando gli impegni dei governi nazionali alle deliberazioni del Consiglio; dall’altro, alcune forme di responsabilità diretta del Consiglio europeo al Parlamento europeo, per quanto possa sembrare difficile oggi.

La partecipazione diretta da parte dei parlamenti nazionali nelle decisioni prese a livello comunitario – sostiene il Ceps – deve essere combattuta come un corto circuito istituzionale, perché con ogni probabilità genererebbe paralisi decisionale.

L’elezione diretta del Presidente della Commissione, in questo contesto, non pare al Ceps un’ottima idea, in considerazione del crescente ruolo della Commissione come il braccio di attuazione di politiche comuni. Questa funzione sembra incompatibile con la sua politicizzazione. In alternativa, sarebbe meglio prendere in considerazione meccanismi per rafforzare la legittimità democratica della presidenza del Consiglio europeo.

Leadership vuol dire fiducia
Per Micossi e de Schoutheete, alcuni elementi di unione politica sono già stati messi in atto, per esempio l’integrazione finanziaria e fiscale. In altri casi, devono essere prese nuove decisioni, e potrebbero essere richieste alcune modifiche ai trattati per aumentare le competenze dell’Unione in materia di politica economica, anche adeguando le istituzioni comunitarie su più livelli per aumentarne la legittimità democratica. Questa è ovviamente una sfida considerevole, che potrebbe però riaccendere una nuova fiducia, un barlume di speranza, ingredienti necessari per la crescita, la prosperità e la vita di una società democratica. Valori che possono essere ripristinati solo da un’efficace leadership politica.

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