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Numeri e strategie dell’Eni di Scaroni

Cessioni di asset in Africa, focus sullo shale gas e sull’aumento della produzione di idrocarburi. I progetti per i prossimi anni dell’Eni guidata dall’ad Paolo Scaroni si basano sui numeri rassicuranti ottenuti dal gruppo, con dividendo e investimenti in crescita e il piano di buy back in previsione. Ecco numeri del bilancio consuntivo 2012 e previsioni del piano strategico per i prossimi anni.

La cessione delle partecipazioni in Eni East Africa

Scaroni, e il ceo di Petrochina Company Limited, società controllata da China National Petroleum Corporation (Cnpc), Zhou Jiping, hanno firmato a Pechino un accordo per la vendita da parte di Eni a Cnpc del 28,57% delle azioni della società Eni East Africa, titolare del 70% della partecipazione nell’Area 4, nell’offshore del Mozambico. Il prezzo concordato è pari a 4,21 miliardi di dollari Usa.

Con questa operazione Cnpc acquisisce indirettamente la partecipazione del 20% nell’Area 4, mentre Eni rimane proprietaria del 50%. Le rimanenti quote nell’area sono detenute da Empresa Nacional de Hidrocarbonetos de Mocambique-Enh (10%), Kogas (10%) e Galp Energia (10 %).

Il focus sullo shale gas

Contestualmente, aggiunge la nota, Eni e Cnpc hanno firmato un ‘joint study agreement’ per la cooperazione finalizzata allo sviluppo del blocco a shale gas denominato Rongchang, che si estende per circa 2.000 chilometri quadrati nel Sichuan Basin, in Cina.

Il buy back

Via libera dal consiglio di amministrazione di Eni alla prosecuzione del piano di buy back fino a un massimo di 363 milioni di azioni pari al 10% del capitale per un esborso massimo di 6 miliardi. Questa la decisione del cda che si è riunito per dare il via libera al bilancio consuntivo del 2012. Il programma di acquisto di azioni proprie durerà 18 mesi a partire dalla data dell’assemblea convocata in sede ordinaria il 10 maggio 2013. Le azioni saranno acquistate a un prezzo non inferiore 1,102 euro per azione e non superiore al 5% rispetto al prezzo di riferimento registrato il giorno di borsa precedente ogni singolo acquisto.

Dividendo in aumento

Secondo il piano strategico 2013-16, Eni “intende adottare una nuova politica di remunerazione degli azionisti” e stima di poter distribuire nel 2013 un dividendo in aumento del 2% rispetto al 2012, pari a 1,10 euro ad azione. Per il 2012 Eni ha distribuito una cedola pari a 1,08 euro ad azione.

L’aumento della produzione di idrocarburi

Eni stima di incrementare la produzione di idrocarburi del 4% all’anno nel periodo 2013-16 in presenza di uno scenario di prezzi di 90 dollari al barile. Nel piano precedente l’incremento della produzione era stimato in un +3% annuo.

La strategia di crescita, spiega il gruppo, si fonda “sul significativo contributo di aree chiave come la Russia, il mare di Barents, il Kazakistan, il Venezuela, il far-east e la regione sub-sahariana”. I progetti che entreranno in produzione nel periodo del piano aggiungeranno 700mila barili al giorno entro il 2016. “Il tasso di crescita della produzione previsto oltre il periodo del Piano – aggiunge Eni – sarà di oltre il 3% annuo fino al 2022”.

Le prospettive sul gas

Per quanto riguarda il settore gas, Eni sottolinea che “le prospettive rimangono difficili, in particolare in Italia, a causa del contesto macroeconomico che continua a essere debole”. Sul mercato italiano per tanto persiste un eccesso di offerta – si legge nel Piano – “dovuto anche a una mancanza di capacità fisica di esportazione che permetta il flusso verso l’estero dei consistenti volumi di gas acquistati e trasportati in Italia grazie a contratti di fornitura ‘take or pay'”.

Le rinegoziazioni delle forniture

“In tale contesto Eni sta negoziando l’80% delle forniture. Le rinegoziazioni mirano a riallineare i prezzi del gas acquistato a quelli prevalenti sugli hub, puntando inoltre a ottenere una maggiore flessibilità sui volumi oggetto dei contratti take or pay”. L’Ebitda proforma adjusted per il settore Gas & power atteso a fine piano sarà di 1,5 miliardi”.

Gli investimenti

Eni ha in programma investimenti pari a 56,8 miliardi per il periodo 2013-16 con un incremento a parità di cambio euro-dollaro di circa 1,6 miliardi di euro rispetto al piano precedente. “L’incremento – spiega Eni – è in gran parte legato alle nuove opportunità di crescita della Produzione ed esplorazione, tra cui il Mozambico”.

La raffinazione

Nella raffinazione, Eni aumenterà la flessibilità dei suoi impianti, “ottimizzando i cicli di produzione, riducendo i costi e sfruttando le sue tecnologie proprietarie. Un progetto chiave sarà la conversione della raffineria di Venezia in una bio-raffineria, che consentirà di recuperare redditività. Il nuovo impianto Est (Eni Slurry Technology) presso la raffineria di Sannazzaro, che sfrutta la nostra tecnologia proprietaria per la conversione totale del barile di greggio, entrerà in esercizio nella seconda metà del 2013, migliorando la competitività del nostro sistema di raffinazione”. Eni punta al miglioramento dell`Ebit di oltre 500 milioni al 2016.

La chimica

Per quanto riguarda la chimica di Versalis, Eni conta “di raggiungere il break-even entro la fine del periodo previsto dal piano strategico, grazie a ulteriori razionalizzazioni e integrazioni, riposizionando il portafoglio su segmenti ad alto valore aggiunto e riposizionandosi sui mercati in espansione”. Il nuovo piano aumenterà il target di Ebit da oltre 400 milioni entro il 2015 a circa 500 milioni entro il 2016.

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