War games in Sardegna, dove undici navi, tra cui la portaerei Cavour, hanno partecipato all’esercitazione Amphex 2013.
L’appuntamento ha coinvolto 3500 uomini e donne e oltre 20 fra aerei ed elicotteri, che nel mar Tirreno hanno dato luogo a uno degli addestramenti principali della Marina Militare italiana.
Un test, sostiene il comandante della squadra navale e direttore dell’esercitazione ammiraglio Filippo Maria Foffi, che prepara alle tante crisi di democrazia nei quali è chiamato a intervenire il Paese.
“Amphex – spiega Foffi – è strutturata come lo scontro tra la flotta di “Charlie”, paese sotto un regime autoritario, sospettato di violare i diritti umani (ad esempio la Siria) e “Alfa”, forza navale di uno stato democratico membro dell’Onu”.
Del programma d’addestramento, hanno fatto parte battaglie navali e aeree nelle acque sarde, con incursioni di caccia Eurofighter e Tornado e uno sbarco di forze anfibie a Capo Teulada.
Caratteristica di questi test è sì l’assenza di armi, ma anche l’impegno reale a uscire vincitori dalla contesa, riponendo la massima attenzione a elementi concreti della vita militare: dalle implicazioni di politica estera all’assenza di contatto tra nemici, fino alla cura del rapporto con il mondo della comunicazione. Una guerra vera e propria, anche se senza conseguenze.
L’ammiraglio Foffi ha voluto però rimarcare anche l’altra valenza dell’esercitazione, quella civile. Gli equipaggi coinvolti possono fornire aiuto nelle attività di soccorso, sia intervenendo, che mettendo a disposizione i propri mezzi – un intero aeroporto e un ospedale – a disposizione di attività di protezione civile, senza interferire con quanto accade a terra.