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Con Letta è il momento dei quarantenni. Parla Volontè

Il governo di Enrico Letta ha ridestato il Centro italiano, penalizzato durante le scorse elezioni, ma ora di nuovo protagonista delle sorti politiche del Paese.
In una conversazione con Formiche.net, Luca Volontè (nella foto), già deputato dell’Udc e ora presidente del Gruppo Popolari-Cristiano Democratici (Epp-Cc) all’Assemblea del Consiglio d’Europa, analizza le prospettive dell’esecutivo in Italia e nel rapporto con Bruxelles.

UNA SVOLTA GENERAZIONALE
Per il parlamentare europeo, il dato per cui valutare positivamente il varo del nuovo governo è quello anagrafico. Ma non solo. “Finalmente dopo due mesi di stallo si è giunti a un nuovo governo fatto da molti amici con poco più di quarant’anni. Questo può essere essenziale per trovare l’audacia e lo slancio necessari a guidare il Paese nei prossimi, difficili anni. Oltre alle misure annunciate – aggiunge l’eurodeputato – sarà necessario uno sforzo di volontà e intelligenza non solo del governo, ma di tutta la società italiana”.

L’ORIZZONTE EUROPEO DEL NUOVO GOVERNO
Condizione, quella del ringiovanimento dell’esecutivo, che per Volontè si riflette anche in ambito europeo. “Credo che, nel suo discorso a Camera e Senato, il presidente del Consiglio abbia fatto benissimo a richiamare il progetto degli “Stati Uniti d’Europa”. Per quelli della nostra generazione, l’Europa non è qualcosa di accessorio, ma è una dimensione che permea il nostro essere e fa parte delle nostre convinzioni. E quello di un continente unito è un sogno che condivide tutto il nostro Paese“.

LE SFIDE CON BRUXELLES
Tuttavia lo stesso Letta ha tenuto a precisare che con l’Europa è in corso un dibattito acceso sull’allentamento del rigore imposto all’Italia. Un percorso che, a detta dell’eurodeputato, avrà un esito positivo. “L’Italia si è impegnata a raggiungere quest’anno il pareggio di bilancio. Un obiettivo non semplice, ma importante per rimettere in piedi il Paese. Non vedo particolari obiezioni di Bruxelles nell’alleggerire le condizioni concordate con l’Italia. D’altronde l’ha già fatto con Spagna e Francia, che sforeranno il rapporto del 3% deficit/Pil. Purtroppo la differenza con altri Paesi dell’Eurozona consiste nel fatto che l’Italia ha un debito pubblico altissimo, che pesa come un macigno e che solo noi possiamo ridurre con una ricetta adeguata. Abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità ed è arrivato il momento di invertire la rotta”.

IL RUOLO DELLA BCE DI DRAGHI
Sul destino dell’Italia pesano anche le scelte compiuto da uno degli arbitri dell’economia continentale, la Banca centrale europea del presidente Mario Draghi. “Penso che stia svolgendo un ruolo importantissimo, ma non gli si può chiedere ciò che non può fare. Se da un lato la Bce presta denaro agli istituti di credito e poi queste non lo erogano alle imprese, ci troviamo davanti a un nulla di fatto. È spiacevole da dire, ma nel nostro Paese le banche non hanno offerto un buon servizio di sostegno al mondo produttivo”.

BRUXELLES CREDE ALLA COESIONE SOCIALE IN ITALIA
Gli ultimi avvenimenti, in particolare la sparatoria di fronte a Palazzo Chigi, hanno acceso in Italia un dibattito sulla tenuta sociale del Paese, logorato dalla crisi economica. Qual è l’opinione dell’Europa a riguardo? “L’Unione europea ha seguito con estrema attenzione quanto accaduto – racconta Volontè – e ne è dimostrazione l’ampio risalto che l’attentato ha avuto sulla stampa internazionale. L’evento ha di fatto affiancato la notizia del giuramento del governo Letta. Però a Bruxelles c’è anche la consapevolezza che si tratta di un evento isolato, differente da quanto accade quotidianamente in altre piazze come quelle greche, spagnole, portoghesi e non solo, dove il malcontento sociale sfocia in violenza diffusa. C’è però un dato da evidenziare, ed è quello del clima politico: se è vero che sarebbe assurdo attribuire responsabilità oggettive per ciò che è successo – come nel caso dell’omicidio del giuslavorista Marco Biagi – è altrettanto evidente che quando si usano per troppo tempo toni forti, in Italia c’è sempre qualcuno pronto a sentirsi autorizzato a usare le armi. E ciò deve essere assolutamente evitato”.

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