Skip to main content

Primo Maggio, il messaggio di Napolitano a politica e sindacati

“Il Primo Maggio non è solo la festa dei lavoratori, ma anche, e più che mai, il giorno dell’impegno per il lavoro. È il giorno in cui dobbiamo mettere decisamente al centro dell’attenzione il lavoro, fondamento della nostra Repubblica”. Per “contrastare il declino” e “tornare a crescere” è “indispensabile il concorso di tutte le forze sociali e politiche, delle forze parlamentari di maggioranza e di opposizione”.

Lo scrive il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della Festa del Lavoro, in un messaggio inviato al ministro del Lavoro e delle PolitichesSociali, al presidente della Federazione maestri del lavoro d’Italia, ai segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, e a quanti celebrano la ricorrenza.

“È in particolar modo necessaria una cooperazione forte e fattiva tra mondo imprenditoriale e sindacati”, ha aggiunto il capo dello Stato. “Ho constatato con compiacimento la disponibilità a collaborare di entrambe le parti sociali. Non si danno buone opportunità di lavoro in assenza di imprese in buona salute. Ed è purtroppo forte il malessere delle nostre piccole e medie imprese: il cui rilancio è interesse comune degli imprenditori e dei lavoratori”. Per l’occasione il capo dello Stato ha annunciato nuovi tagli a indennità e spese del Quirinale.

Poi un pensiero ai giovani. “Purtroppo, oggi, c’è da pensare anche al lavoro che non c’è, al lavoro cercato inutilmente, al lavoro a rischio e precario.

Abbiamo il dovere politico e morale di concentrarci su questi problemi” – avverte il Capo dello Stato. “Sta esplodendo in Europa e anche su più vasta scala la questione della disoccupazione giovanile, di una generazione senza lavoro. È questa la nuova grande questione sociale del nostro tempo“.

Napolitano ha anche ricordato che “in Italia c’è stata negli ultimi anni una drammatica perdita di posti di lavoro. La disoccupazione colpisce un gran numero di famiglie. Sono quasi un milione i nuclei famigliari in cui nessun individuo in età lavorativa ha un’occupazione. In cinque anni la cifra è più che raddoppiata e oltre la metà di queste famiglie si trova al Sud.
In tale difficile situazione aumenta l’emigrazione, soprattutto di giovani italiani con alti livelli di istruzione che cercano e trovano lavoro all’estero“.

×

Iscriviti alla newsletter