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L’ultradestra vince in Austria, ma la grande coalizione continuerà a governare

Heinz Christian Strache è il leader del Fpoe, partito della libertà austriaco, che dai dati provvisori si attesta sul 22% dei voti per il Parlamento austriaco. I democristiani (Oevp) che governano da 60 anni con i socialisti (Spoe) pur in flessione di 4 – 5 punti percentuali restano alla guida del paese.

Nonostante una situazione economica di crescita, un welfare tra i migliori del mondo e una disoccupazione a solo il 4.8%, il sentimento anti europeo è in forte crescita. Infatti al risultato di Strache si devono anche sommare altri due movimenti, l’uno populista del miliardario austrocanadese Frank Stronach che ottiene il 5,9 %, e la Bzoe, ala scissionista della Fpoe di Strache, che resta fuori dal Nationalrat perché col 3,7 %. Insomma, il sentimento degli austriaci contro l’europa è a circa il 32%. Dati che ne la Germania della Merkel ne la Commissione europea possono facilmente omettere di considerare, specialmente in vista delle elezioni europee del giugno 2014.

In nome della “stabilità” e della “continuità” la grande coalizione socialista e democristiana continuerà a governare. Ormai pare evidente che con l’eccezione di Francia e Regno Unito che per ora riescono a formare ancora governi monocolore grazie a leggi elettorali che premiano generosamente (e anti democraticamente) i partiti di maggioranza relativa, nel resto del continente il destino imposto dallo stare in Europa è la condanna all’unica forma di governo possibile: il consociativismo centrista e europeista.

Succederà anche in Italia?

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