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Ecco le tagliole fiscali di Letta

La Legge di stabilità? La nuova tassa sulla casa non esenta del tutto dal prelievo sulla prima casa e rischia di far pagare di più chi ha due case. E’ solo una delle critiche (in verità, quella che va per la maggiore nei capannelli fuori da Montecitorio) al provvedimento appena annunciato dal governo.

Ma a far pendere maggiormente la bilancia verso la plastica raffigurazione di una tagliola, ecco i malumori bipartisan di Pdl e Pd. Che rispettivamente con il capogruppo Renato Brunetta e con il quasi ex viceministro all’economia Stefano Fassina, hanno puntato l’indice contro la finanziaria di Letta&Saccomanni.

Tagliola
Sigarette e benzina potranno essere suscettibili di aumenti: altro che i 14 euro in più nelle tasche dei lavoratori. I tagli alla spesa nelle varie manovre in caso di successiva mancata realizzazione possono essere sostituiti da un aumento delle accise. Come dire che un primo scoglio si erge proprio nella direzione di due beni largamente consumati, come carburanti e tabacchi. In secondo luogo la cosiddetta clausola di salvaguardia contempla 20 miliardi di nuovi aggravi fiscali nel triennio 2014- 2016.

La difesa
Palazzo Chigi e Piazza XX Settembre hanno immaginato un muro “comune” contro quella che viene etichettata come la principale critica alla legge. E fanno sapere che “la norma sui 20 miliardi va intesa come una garanzia da dare alla Commissione europea sul fatto che l’Italia rispetterà il percorso di risanamento dei conti pubblici, ma che si ricorrerà a maggiori entrate solo se non basteranno i tagli di spesa”, così come riportato dal Corriere della Sera. In ballo il termine di applicazione delle norma, si dice 31 marzo 2014 ma forse ci sarà più tempo. Inoltre tramite un decreto del presidente del Consiglio verranno circoscritti tutti gli interventi per rastrellare 3 miliardi di maggiori entrate nel 2015, 7 miliardi nel 2016 e 10 nel 2017. In che modo? Con il taglio di agevolazioni, detrazioni, deduzioni ed esenzioni fiscali, oppure con l’aumento delle aliquote di prelievo, dalle imposte alle accise (carburanti, sigarette, alcol).

Paracadute
Ed ecco quindi in quale eventualità il governo intende dotarsi di un paracadute vero e proprio da 20 miliardi: se quei denari non verranno ottenuti nel triennio in questione dalla spending review di Carlo Cottarelli, si virerà su nuovi balzelli.

Ottimismo
In verità il ministro delle Finanze Fabrizio Saccomanni ha manifestato fiducia sul fatto che nei prossimi 24 mesi non verranno aumentate le tasse, ma dal primo gennaio assisteremo già ad una riduzione dell’aliquota delle spese detraibili (mediche, istruzione, eccetera) dal 19% al 18% (e poi al 17% nel 2015) nel caso in cui entro il 31 gennaio non sarà stato varato un primo riordino alla voce agevolazioni fiscali.

Modifiche
Nello specifico quella detraibilità al 18% svantaggerebbe le spese effettuate nell’anno in corso e portate nella dichiarazione 2014: un passaggio sul quale (come su molti altri) i tecnici del Tesoro starebbero al lavoro per immaginare alternative praticabili.

Frizioni
Al centro delle critiche anche il cuneo fiscale, su cui quei 10 euro mensili sono visti come goccia nell’oceano. I sindacati sono sul piede di guerra, non solo così come inizialmente annunciato Cgil e Uil, ma anche la Cisl progressivamente si sta rendendo conto del fatto che una mobilitazione non è più solo una mera eventualità.

twitter@FDepalo

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