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L’ambiente sia con voi. Papa Francesco al lavoro sulla prossima prossima enciclica

La sua prima enciclica era in realtà l’ultima di Benedetto XVI. Lumen fidei, luce della fede, di Francesco aveva l’introduzione e la conclusione. Tra qualche mese (la data non si conosce ancora) uscirà un testo tutto suo. In primavera, indiscrezioni raccolte Oltretevere davano già per certo il titolo, “Beati pauperes”, il che faceva intuire che il tema potesse essere uno di quelli così insistentemente toccati da Francesco in questo primo scorcio di pontificato. In realtà, stando a quanto riporta il vaticanista Andrés Beltramo Alvarez su Vatican Insider, nel testo che Francesco ha in animo di scrivere ci sarà spazio anche per un forte messaggio in difesa dell’ambiente. Il progetto sarebbe ancora in fase preliminare: il Papa pensa ai possibili collaboratori e consultori in vista della stesura della lettera enciclica.

IL RAPPORTO TRA UOMO E NATURA

Beltramo Alvarez cita alcune testimonianze (complessivamente tre) che accreditano l’ipotesi di un documento sull’ambiente. In primo luogo, quanto detto dalla presidente del Costa Rica, Laura Chinchilla, al termine dell’udienza privata concessa l’8 novembre scorso: “Non mi stupirei se questo tema occupasse uno spazio importante nella prossima enciclica”, aveva chiarito. Un pensiero che Francesco ha ribadito due giorni dopo al senatore argentino Pino Solanas, il quale ha raccontato che parte del colloquio si era svolto attorno al rapporto tra uomo e natura. Solanas, inoltre, ha anche rivelato che già lo scorso giugno aveva avuto modo di parlare con il Papa di ecologia, reati ambientali e sfruttamento delle miniere. Infine, la terza persona cui Francesco avrebbe confidato il progetto è il deputato argentino Gustavo Vera, ricevuto a pranzo il 3 novembre scorso.

L’AMBIENTE DA CONSERVARE E CUSTODIRE

Ma oltre agli incontri riservati, in udienza o a pranzo, il Papa ha parlato di natura anche in occasioni pubbliche. La prima volta, nell’omelia della messa di inizio del ministero petrino, il 19 marzo scorso, quando si soffermò sulla necessità di “contemplare il creato” e di “provare stupore”. Il 5 novembre scorso, aprendo l’udienza generale in piazza San Pietro, Francesco disse “Oggi voglio parlare di ambiente”. Ricorreva allora la Giornata mondiale dell’Ambiente, e Bergoglio si soffermò sul significato e il valore delle parole conservare e custodire. “Stiamo veramente coltivando e custodendo il creato oppure lo stiamo sfruttando e trascurando?”, si domandò Francesco. Non era la prima volta che un Papa affrontava la questione, basti ricordare l’ampia e profonda riflessione di Benedetto XVI in occasione della sua visita al Bundestag tedesco, nel settembre del 2011: “L’importanza dell’ecologia è ormai indiscussa”, ma “esiste anche un’ecologia dell’uomo. Anche l’uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere”.

LA CONTINUITA’ CON I DUE PAPI PRECEDENTI

Riccardo Cascioli, giornalista di Avvenire e autore di vari saggi su bioetica e ambiente, diceva in una conversazione a Formiche.net che “a partire dal riferimento all’ecologia umana c’è piena continuità con quanto affermato più volte sia da Ratzinger sia da Wojtyla”. Quanto detto da Francesco, aggiungeva Cascioli, “lo diceva già Giovanni Paolo II nel 1985, ed è una posizione opposta alla concezione dominante dell’ambientalismo. Molto spesso si considera l’ambiente in chiave orizzontale: dobbiamo difenderlo, salvaguardarlo. Invece il Papa non fa altro che ribadire come il problema sia la persona, ma contestualizzata nel rapporto che essa ha con Dio e la realtà creata”.

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