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Perché Obama va in Africa

Il presidente americano Barack Obama arriva oggi in Africa. Non andrà però a Kogelo, il villaggio dove è nato suo padre. La sua è una visita ufficiale, la prima di un capo di Stato Usa in Kenya, ricordano i media statunitensi, e ha come obiettivo principale rafforzare la collaborazione con i leader del continente. La Casa Bianca ha voluto per questo sottolineare che si tratta di un viaggio di quattro giorni “non da privato cittadino”.

PREOCCUPAZIONE DELL’INTELLIGENCE 

L’Africa è diventata terreno fertile per il terrorismo jihadista che minaccia l’Occidente. I militanti dell’organizzazione Al-Shabaab (qui l’articolo di Formiche.net su chi sono e cosa vogliono) operano attivamente nell’Africa dell’est. Per questo motivo, secondo la Cnn, c’è molta preoccupazione nei servizi segreti americani per la sicurezza del presidente durante questa missione. Nelle ultime settimane, l’esercito americano ha condotto una decina di attacchi aerei in Somalia contro milizie di Al Qaeda. Ieri è stata confermata la morte di Muhsin al-Fadhli, leader del gruppo Khorasan, ucciso dagli Usa in Siria (qui il ritratto di Formiche.net).

CAMBIO DI APPROCCIO 

David Kampf, editorialista del New York Times, sostiene che però il tour del presidente Obama in Africa non gli gioverà, perché metterà in evidenza la mancanza di attenzione per il continente africano. Obama, secondo alcuni analisti, continua a pensare all’Africa più in termini di aiuti umanitari che di investimenti economici, come invece dovrebbe.

SFIDA CON LA CINA

Il direttore dell’osservatorio keniota Inter Region Economic Network (Iren), James Shikwati, ha spiegato all’agenzia di notizie Efe che “il Kenya è, allo stesso tempo, uno snodo economico (che collega l’est e il centro dell’Africa) e una porta per gli investitori esteri che vogliono entrare nella regione. La visita di Obama ha l’intenzione di creare un ponte tra l’Africa e gli Stati Uniti, specialmente tra gli afroamericani. Cercherà di sostenere le iniziative americane nella regione e contrastare la presenza cinese nell’Africa Orientale”.

PIANO AMERICANO DI INVESTIMENTI

Obama andrà anche in Etiopia, dove parteciperà a una riunione con alcuni rappresentanti dell’Unione Africana. La Cina, molto presente nel continente, ha aumentato esponenzialmente gli investimenti negli ultimi anni e gli Stati Uniti vogliono arrestare questa tendenza.
Nel 2013, l’amministrazione Obama aveva reagito alla “invasione cinese” dell’Africa con un piano di investimenti annunciato durante la sua visita in Tanzania. Il cambio di rotta nella politica estera africana degli Usa stava cominciando.

CAPIRE L’AFRICA

La Cina ha trasformato l’Africa nel suo principale fornitore di greggio, ha diversificato le vendite di automobili e tecnologia e ha costruito infrastrutture, che mancavano in quasi tutto il continente (anche se alcuni osservatori ne denunciano la scarsa qualità). Secondo Joseph Onjala, ricercatore all’Università di Nairobi, “la Cina ha saputo dettare il passo fino ad ora, sostenuta dai governi e da imprenditori che storicamente hanno ben interpretato le necessità economiche dell’Africa. Cosa che gli Stati Uniti non hanno saputo fare”.

NUMERI E PROGETTI

Pechino ha già compiuto investimenti in circa 34 Paesi africani, a caccia di risorse naturali presenti nel continente. Il primo di tutti? La Nigeria, dove ha riversato 21 miliardi di dollari di capitali; seguono Etiopia e Algeria con 15 miliardi di dollari e Angola e Sudafrica con 10 miliardi. In Kenya, la Cina ha investito invece 474 milioni di dollari solo nel 2013, quasi il doppio degli Stati Uniti.

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