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Veneto Banca, tutti i subbugli sul cda in vista dell’assemblea

Le settimane di passione non sono ancora finite per Veneto Banca. Dopo la cavalcata verso l’assemblea di dicembre che ne ha sancito la trasformazione in spa, ma non certo priva di ostacoli, l’istituto di Montebelluna si prepara a giocare un’altra partita decisiva in chiave salvezza: il rinnovo del cda, propedeutico all’aumento di capitale da 1 miliardo e alla quotazione in Borsa chiesta da tempo dalla Bce. Sul ricambio al vertice della banca guidata dall’ad Cristiano Carrus pesano le polemiche ancora vive sulla svalutazione delle azioni ai danni dei risparmiatori seguita alla trasformazione in spa ma anche le incognite legate alla quotazione, percepita da più parti come  un salto nel buio.

IL CASO DELLA LETTERA A BANKITALIA, ABI E BCE

In questo quadro di tensione è arrivata la nuova mossa dell’associazione azionisti di Veneto Banca, presieduta da Giovanni Schiavon. I risparmiatori, che hanno più volte tentato di ritardare la trasformazione in spa dell’ex popolare veneta, giudicandola troppo frettolosa, puntano ora il dito contro i troppi incarichi ricoperti da alcuni membri del board di Veneto Banca, amministratori compresi. La denuncia ha preso la forma di una lettera alla Bce, alla Banca d’Italia e all’Abi in cui l’associazione chiede che si facciano le dovute indagini su possibili conflitti di interesse. “Vi invitiamo a verificare il ruolo poliedrico di alcuni membri del cda di Veneto Banca, che hanno moltiplicato per se e per qualche loro amico, gli incarichi (ed i relativi compensi) nell’ambito delle società del gruppo”, scrive l’associazione alle tre istituzioni.

LA RETE MARCHIGIANA IN VENETO BANCA

Ma quali sono i nomi finiti nel mirino dei piccoli azionisti? Schiavon lo spiega direttamente a  Formiche.net, non senza prima aver agitato lo spettro della Banca Etruria o della Banca Marche, praticamente fallite dopo anni di prestiti allegri ad amici e amici di amici. “C’è una pericolosa patologia nella banca e nel suo board, che si chiama conflitto di interesse. L’avvocato Maurizio Benvenuto, marchigiano di Fabriano, ne è un esempio, visto che rappresenta una chiara fattispecie di moltiplicazione di poltrone e compensi”. Benvenuto, racconta Schiavon, “è presidente di Banca Apulia, controllata da Veneto Banca, nel cui consiglio di amministrazione sono stati chiamati a far parte altri due marchigiani: Pietro Marcolini, vicepresidente Banca Apulia e Flavio Corradini, rettore dell’Università di Camerino”. Non solo. L’avvocato è membro dello stesso comitato esecutivo e strategico di Veneto Banca, nonché membro del consiglio di Palladio Finanziaria. E poi, aggiunge Schiavon, tornando ad Apulia,  “nel board  figurano anche Pierluigi Bolla, presidente di Veneto Banca” e lo stesso ad del gruppo Carrus.

I DUBBI DEGLI AZIONISTI

Secondo Schiavon si tratta insomma “di un pericoloso intreccio, un gioco di palazzo, che rischia di compromettere l’immagine della banca agli occhi dei cittadini, già delusi dalla vecchia gestione: come si può pensare di riguadagnare la fiducia perduta verso il territorio se poi ai vertici della banca e delle sue controllate si creano simili sovrapposizioni?”, si chiede Schiavon. Ma soprattutto “come si può pensare di svolgere bene il mestiere di consigliere se al contempo si esercita anche quella di amministratore di un’altra banca?”. Di qui una serie di dubbi, corroborati anche da due altri fattori. Primo, i compensi percepiti dal consigliere in questione che “secondo i nostri calcoli ad oggi i compensi percepiti di Benvenuto si aggirano sui 600.000 euro all’anno, un po’ tanto per una banca che ha visto i propri azionisti-risparmiatori perdere parecchi soldi”. E poi c’è uno caso un po’ curioso, rivelato dallo stesso Schiavon. Ovvero “una sponsorizzazione da mezzo milione destinata a novembre scorso da Veneto banca alla Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e al Polo Bibliotecario Arti Visive di tale città: che senso aveva tale scelta, priva di ritorno, non lo sappiamo”.

GLI SCHIERAMENTI SUL CDA IN VISTA DELL’ASSEMBLEA

L’assemblea per il rinnovo dei vertici si avvicina (5 maggio la convocazione), e la lista da presentare all’assise con i membri del prossimo cda sarà pronta tra poche settimane. La Bce, che ha sempre sostenuto la necessità della rapida trasformazione in spa, ma soprattutto della quotazione in Borsa. Francoforte sembra propendere per un mix tra rinnovamento e contnuità, lasciando al loro posto gli attuali amministratori Bolla e Carrus ma anche il numero uno del comitato esecutivo Benvenuto, per l’appunto. Per gli altri ci potrebbe essere spazio per il ricambio. Diversamente, i piccoli azionisti vorrebbero un rinnovo su larga scala, per far spazio a nuovi manager. Ma è difficile che alla fine la linea della Bce non la spunti.

 

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