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Se Trump privatizza anche la Stazione spaziale

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L’amministrazione Trump sta lavorando per privatizzare la sua quota della Stazione Spaziale Internazionale a partire dal 2025. Lo rivela un documento della Nasa acquisito dal Washington Post in cui si legge che la decisione di mettere fine al sostegno federale alla Iss nel 2024 non significa che la piattaforma stessa sarà messa fuori orbita, ma che è “possibile che l’industria possa continuare a gestire determinati elementi o funzionalità come parte di una futura piattaforma commerciale”.

I VOLI CARGO GIÁ AI PRIVATI

Un progressivo disimpegno quindi a favore degli operatori commerciali, proprio come già accaduto per i voli cargo di rifornimento dell’avamposto spaziale, già appaltati a operatori privati come SpaceX, che li effettua con il suo Falcon 9, o Orbital ATK. Intenzione della Nasa – si legge nel documento – è quella di espandere le partnership internazionali per “assicurare un continuo accesso degli essere umani e la presenza nella bassa orbita della Terra”.

IL FUTURO DELLA ISS

Stando alle ultime stime, la fine del programma internazionale a cui partecipano oltre agli americani, russi, europei (attraverso l’Agenzia spaziale Esa), canadesi e giapponesi è prevista per il 2024, ma sono in molti, Europa compresa (solo l’Italia ha fornito alla Iss circa il 60% della parte abitabile) a volerne estendere l’operatività, specialmente per continuarvi a fare ricerca scientifica in ambiente di microgravità dopo il completamento della struttura e il successo del suo utilizzo nelle ultime missioni.

I COSTI DELLA STAZIONE

Per il laboratorio spaziale sono stati spesi complessivamente circa 100 miliardi di dollari in 30 anni, mentre per la sua privatizzazione nella proposta di budget che sarà presentata dagli Usa, e che per qualcuno incontrerà forte opposizione al Congresso, saranno chiesti 150 milioni di dollari. Al centro delle critiche la finalità stessa della Stazione Spaziale Internazionale, nata per essere un laboratorio internazionale per la ricerca scientifica.

LE INTENZIONI DI TRUMP

La decisione dell’amministrazione Trump sembrerebbe in linea con l’intenzione statunitense di concentrare i fondi su altri tipi di missione, ben oltre l’orbita bassa e con il progressivo inserimento dei privati nei programmi spaziali, attraverso l’avvio di partnership pubblico-private. Anche se il caso Iss, regolata da accordi intergovernativi, rappresenta un caso a parte, proprio per la sua caratterizzazione scientifica e la sua vocazione internazionale.

I RUSSI PORTANO TURISTI A BORDO DELLA ISS?

Ma le notizie sulla Stazione Spaziale Internazionale non si fermano qui. Operatori commerciali russi stanno infatti lavorando per utilizzare l’avamposto anche in chiave turistica. Pochi giorni fa la società Energia ha fatto sapere tramite il suo responsabile, Vladimimir Sontsev, di voler portare turisti sulla Iss entro la fine del 2019. A tal fine Energia, al cui progetto pare interessata anche Boeing, sta sviluppando un modulo da agganciare alla stazione, senza intralciarne i lavori, il NEM-2, in grado di ospitare per una decina di giorni da quattro a sei persone. Il costo della vacanza si aggirerà sugli 80 milioni di euro.

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