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Ecco perché Facebook non estenderà al resto del mondo il Gdpr europeo

Facebook, il popolare social network finito nella bufera per l’utilizzo dei dati dei suoi utenti da parte della società di data mining Cambridge Analytica, non estenderà a tutti i suoi iscritti i benefici di privacy derivanti dall’applicazione del nuovo Regolamento europeo per la protezione dei dati, detto anche Gdpr secondo il suo acronimo in lingua inglese.

LE MOSSE DI FACEBOOK

Si è molto discusso, nelle ultime settimane, dell’eventualità che il colosso di Menlo Park potesse adottare le nuove norme per tutti i circa 2 miliardi di suoi utilizzatori sparsi nel mondo (Apple ha deciso di farlo), ma ora Reuters, che ha svelato in anticipo le mosse del gigante tech, mette definitivamente un punto a questa ipotesi.

GLI UTENTI ESCLUSI

Così, un miliardo e mezzo di utenti del social che pur non essendo europei avrebbero avuto la possibilità di essere protetti dal Gdpr non lo saranno e, dal prossimo 25 maggio, quando il nuovo regolamento sarà pienamente applicabile, saranno soggetti a nuovi termini di servizio della piattaforma.

I TERMINI DI SERVIZIO

In pratica, invece di ricadere come oggi sotto Facebook Irlanda (ovvero il quartier generale per utenti europei e non-europei ad esclusione di Usa e Canada), saranno spostati sotto Facebook Usa.
La mossa riguarderà gli utenti di Africa, Asia, Oceania e America Latina, che – se le cose rimanessero come sono oggi – una volta entrato in vigore il Gdpr, avrebbero potuto beneficiare – almeno teoricamente – di una serie di tutele previste dallo stesso.

I VANTAGGI PER MENLO PARK (E I DIRITTI NON GUADAGNATI DAGLI UTENTI)

Ad esempio la possibilità di intraprendere un’azione legale in un tribunale irlandese, in caso di violazioni della loro privacy che, sotto il nuovo Regolamento Ue possono prevedere multe salate, fino al 4% del fatturato annuo globale dell’azienda. Invece, dal prossimo mese i termini di servizio per questi utenti saranno modificati in modo da rientrare sotto la sede americana della compagnia fondata da Mark Zuckerberg, che segue le meno restrittive leggi statunitensi sulla privacy.​

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