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Con la riforma Fornero non si scherza. Parola di Fiorella Kostoris

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Sì, aprire la scatola delle pensioni può essere pericoloso. Tanto per cominciare quando si parla di Legge Fornero, la pietra angolare del sistema pensionistico italiano, la tensione aumenta immediatamente di voltaggio. E comunque bisogna stare attenti a fare bene i conti, somme o sottrazioni che siano, pena un risultato in grado da far rimpiangere in tempi lampo la situazione precedente. L’Europa è preoccupata e molto.

Lo è anche Mario Draghi, governatore della Bce e garante supremo della stabilità finanziaria e monetaria europea. Il suo staff questa mattina ha emesso il consueto bollettino con cui Francoforte tasta il polso delle economie Ue. Stavolta però c’era un intero capitoletto dedicato all’invecchiamento della popolazione europea e a quali implicazioni può avere questo per l’evoluzione dell’economia dell’area euro. In altre parole come l’allungamento della vita a fronte delle scarse nascite può impattare sui sistemi pensionistici europei. Alla Bce devono aver fiutato il vento che spira in Italia, un vento che rischia di sbriciolare l’attuale assetto pensionistico. Matteo Salvini, non è una novità, ha fatto dell’attacco all’attuale impianto-pensioni il proprio personale totem.

Ma intenzioni politiche e slogan a parte, c’è da muoversi con accortezza perché i numeri di finanza pubblica non ammettono facilonerie. Non è un caso che nel documento della Bce si legga questo passaggio: “In alcuni Paesi, ad esempio in Italia e in Spagna, il rischio che si compiano passi indietro rispetto alle riforme pensionistiche precedentemente adottate sembra elevato. Il medesimo rischio, inoltre, potrebbe aumentare per i Paesi in cui, ad oggi, si prevedono importanti “cali dei tassi di sostituzione”, cioè bassa natalità e forte invecchiamento. Come l’Italia. La banca centrale è insomma preoccupata, e neppure poco, dalla possibilità concreta di passi indietro sulle pensioni. Prima dell’Eurotower era stata Bankitalia, in tempi non sospetti (maggio) a lanciare il monito: se si toccano le pensioni si rischiano seri problemi di debito pubblico.

Ma è davvero così pericoloso, quasi letale, toccare la Fornero? Anche solo sfiorarla? Formiche.net ha chiesto il parere di Fiorella Kostoris, economista che il mondo del lavoro lo conosce bene e dal 2015 membro del board Mps. “Sono assolutamente contraria a un intervento sulla Legge Fornero. Una buona legge, che nel momento più buio e difficile di questo Paese (2011, ndr) lo ha salvato”, premette l’economista.

Accorciare l’età pensionabile “è qualcosa che oggi va anche contro un cambiamento antropologico in atto. Si vive di più e dunque si può lavorare di più, lo dicono le statistiche. Se si riduce l’età pensionabile, per esempio a 62 anni, allora si riduce anche un beneficio pensionistico ad oggi molto basso e i pensionati starebbero ancora peggio”, prosegue Kostoris.

“Bisogna poi fare attenzione al rapporto spesa pensionistica/pil che è uno dei più alti al mondo. La spesa pensionistica in rapporto al pil in Italia è tra le più alte al mondo e l’unico modo per abbassarla è questo: tenere alta l’età pensionabile. Il sistema previdenziale in Italia garantisce assegni pensionistici bassi ma costa tantissimo. L’aumento dell’età pensionabile stabilito dalla legge Fornero, però, assicura risparmi al sistema e benefici ai lavoratori che possono andare in pensione con assegni più sostanziosi”.

E poi comunque ci sarebbe il problema delle coperture, che ad oggi non ci sono. “Più volte si è detto di tagliare le pensioni d’oro. Ma sono diritti acquisiti, sarebbe ingiusti intaccarli. E comunque, che senso ha tagliare la pensione a chi comunque non può più lavorare proprio perché pensionato? Nella scelta di rivedere la Fornero vedo solo difetti, nemmeno un pregio”.

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