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Putin smonta la riforma Putin sulle pensioni. Per ridurre il malcontento

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Aveva promesso di mostrare un lato “umano”. E così in parte è stato. Più clemente con le donne, inflessibile con gli uomini, il presidente russo Vladimir Putin ha ufficializzato la sua posizione sulla riforma del sistema previdenziale parlando questa mattina alla nazione in un atteso discorso televisivo in cui ha difeso il disegno di legge che è attualmente in discussione al Parlamento.

Il leader del Cremlino ha proposto di congedare le donne dal mondo del lavoro a 60 anni ma ha mantenuto il tetto dei 65 anni per gli uomini. I piani iniziali annunciati questa estate durante i Mondiali di calcio prevedevano un aumento dell’età pensionabile per gli uomini da 60 a 65 anni e per le donne da 55 a 63.

“Non è più possibile rinviare le modifiche alla legislazione sulle pensioni russe, sarebbe irresponsabile”, ha detto Putin. “A lungo termine, se ora siamo titubanti, ciò potrebbe compromettere la stabilità della società, e quindi la sicurezza del paese”. La Russia nel 2020 affronterà problemi demografici, ha spiegato il Presidente.

Il disegno di legge del governo volto ad innalzare l’età pensionabile è stato approvato in prima lettura il 19 luglio dalla Duma di Stato. A votare a favore furono 328 deputati, 104 contro. L’iniziativa è stata sostenuta da Russia Unita, mentre Russia Giusta e Partito comunista hanno votato contro.

“Una decisione difficile ma necessaria per la sicurezza del Paese”, ha detto Putin parlando alla nazione in tv. L’obiettivo principale dei cambiamenti delle pensioni è garantire la stabilità finanziaria del sistema pensionistico per molti anni a venire, ha chiarito il presidente russo. Cosa fare quindi? “Per quanto riguarda l’attuale governo in carica, la cosa più semplice ad oggi è non cambiare nulla. Ora, nonostante le note difficoltà, l’economia russa è fiduciosa. Il budget ha le risorse per ricostituire il Fondo Pensione. Noi, almeno i prossimi 7-10 anni, saremo in grado di continuare ad indicizzare le pensioni nei termini”, ha dichiarato Putin nel proprio discorso ai cittadini russi. “Ma sappiamo che gradualmente verrà il momento in cui lo Stato non avrà abbastanza soldi per indicizzare le pensioni. E poi il pagamento regolare delle pensioni può diventare un problema, come già accaduto negli anni ’90”.

Putin ha ricordato che i piani di riforma delle pensioni sono stati dibattuti “per decenni” ma che le decisioni di modificare l’età pensionabile sono “state rimandate”. “Io stesso avevo promesso che non ci sarebbero stati cambiamenti”, ha sottolineato. “Ero corretto allora, perché la nostra economia era troppo debole e le pensioni erano l’unica fonte di reddito di molte persone”.

Tra le misure proposte c’è anche quella di introdurre la categoria sociale “cittadini in età pre-pensionamento” per le donne di 55 anni e gli uomini di 60 anni. Il presidente ritiene inoltre necessario ridurre la durata dell’anzianità servizio di tre anni, dando diritto al pre-pensionamento: per le donne sino a 37 anni, per gli uomini a 42.

Buone notizie per le madri con più figli. “Se una donna ha tre figli, potrà andare in pensione tre anni prima del previsto. Nel caso in cui i bambini siano quattro potrà andarci quattro anni prima. E per le donne che hanno cinque o più figli, tutto dovrebbe rimanere come previsto dalla legislazione attuale e saranno in grado di andare in pensione a 50 anni”, ha spiegato il Capo dello Stato. Non è ancora chiaro invece che fine farà il complesso sistema di agevolazioni per i dipendenti statali.

Secondo i sindacati molti non vivranno abbastanza a lungo per richiedere una pensione. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità gli uomini russi hanno un’aspettativa di vita di 66 anni, mentre le donne 77. L’opposizione russa “userà” l’aumento dell’età pensionabile in Russia per “autopromozione e per consolidare le proprie posizioni”, ha affermato il presidente. Il 9 settembre infatti in tutta la Russia sono in programma proteste contro l’aumento dell’età pensionabile organizzate dal dissidente Alexiei Navalni. E altre contestazioni contro l’impopolare provvedimento sono avvenute nelle settimane scorse.

Il capo dello Stato ha deciso di intervenire pubblicamente sulla questione, che negli ultimi mesi ha acceso il dibattito politico russo con effetti catastrofici sulla sua presidenza. Secondo un sondaggio dell’istituto pubblico VTsIOM la questione ha visto il sostegno del Presidente Putin scendere dall’80 per cento al 64 per cento.

È stato il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ieri a motivare la decisione di intervenire in televisione. “Dato il seguito sul tema e i dibattiti che si sono svolti sul tema, e tenendo conto della risonanza di questo argomento, il presidente ha ritenuto necessario esporre il suo punto di vista apertamente e nel dettaglio”, ha dichiarato il portavoce del Cremlino. Ieri Putin, intervenuto durante una riunione su questioni socio-economiche a Omsk, ha annunciato che avrebbe rilasciato una dichiarazione in merito alla questione delle pensioni. “Forse, formulerò nel dettaglio la mia posizione domani (oggi, ndr) e rilascerò una dichiarazione”, ha dichiarato il capo dello Stato.

“Non dimenticate – aveva detto Putin rivolgendosi agli interlocutori- che tutte le nostre decisioni riguarderanno il destino di milioni di persone, bisogna essere equi e tenere in considerazione gli interessi del popolo. Non si può agire in maniera meccanica, come se si trattasse di una formalità. Bisogna agire con attenzione, considerando le diverse situazioni reali che la gente affronta”. “È proprio questo, la dimensione umana, che deve essere presente nella bozza”, aggiunge il presidente. La riforma, afferma, è necessaria “per garantire che il sistema pensionistico della Russia non solo risponda alla realtà attuale, ma sia finanziariamente stabile per i decenni futuri”.

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