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F-35 e quell’effetto sui costi che può interessare l’Italia

Lockheed operativa

La vita operativa dell’F-35 A potrebbe estendersi ben oltre le attuali previsioni. Gli effetti sui costi del programma per ogni cliente del velivolo sarebbero notevoli, un dato di cui dovranno tener conto anche le valutazioni che il dicastero Difesa italiano sta affrontando. A confermarlo sono gli ultimi test condotti presso il sito di BAE Systems a Brough, in Inghilterra, dal Joint Program Office del caccia di quinta generazione e da Lockheed Martin. In particolare, il velivolo ha completato i test statici, di rilascio e di durata, facendo registrare dei risultati preliminari che indicano la possibilità di certificare un’estensione della vita operativa per la variante a decollo e atterraggio convenzionale (A).

LE PAROLE DEL GENERAL MANAGER

“La tecnologia dell’F-35 spinge in avanti i limiti dell’ingegneria e della fisica grazie alla combinazione di velocità supersonica, agilità, altitudine e angolo di attacco, dotazione di armi, capacità di atterrare verticalmente e di operare dalle portaerei e molto altro”, ha spiegato Greg Ulmer, vice presidente di Lockheed Martin e general manager del programma F-35. “I test sulla durata danno agli uomini e alle donne chiamati a volare con l’F-35 una grande fiducia nelle performance del velivolo, oggi e per i decenni a venire”.

I TEST

Difatti, i test (“condotti in modo rigoroso”, spiega una nota dell’azienda) sono volti ad attestare che la forza e la resilienza del velivolo lo rendano adatto a operare negli scenari complessi in cui sarà coinvolto durante la sua vita operativa. I risultati finali saranno utilizzati a supporto della gestione della flotta e per la pianificazione delle attività di manutenzione nei prossimi decenni di operatività. Nello specifico, i test a terra comprendono test su larga scala per verificare la durata delle tre varianti, che sono state caricate su un unico banco di prova e in laboratori per simulare condizioni di carico, a terra e in volo, durante le operazioni.

I NUMERI

Ad ora, la vita operativa dell’F-35 è di ottomila ore. Durante i test, a ogni velivolo utilizzato è richiesto di portare a termine un programma per un monte ore che copra il doppio di tale soglia, cioè 16mila ore. L’F-35A ha abbondantemente soddisfatto questo requisito, portando a compimento test che corrispondono a tre volte la vita operativa del velivolo, ovvero 24mila ore di volo simulato. “Questi dati – fanno sapere dal colosso americano – consentono di ipotizzare un prolungamento della vita operativa dei velivoli”, con evidenti effetti in termini di costi attesi nel lungo periodo.

VERSO UNA NUOVA CERTIFICAZIONE

Per ora si tratta di risultati preliminari, che fanno però ben sperare in vista della certificazione vera e propria. “Attendiamo l’analisi dei risultati e l’estrapolazione dei dati finali per estendere ulteriormente la vita operativa dei velivoli”, ha spiegato Ulmer. “L’F-35 è già certificato per una vita operativa tra le più lunghe fra i cacciabombardieri e un’ulteriore estensione rappresenterebbe un’importante riduzione di costi per tutti i clienti dell’F-35 nei decenni a venire”. La variante A ha condotto i test in Inghilterra, mentre le varianti B e C sono state testate presso gli stabilimenti di Lockheed Martin a Fort Worth, in Texas. Ad ogni modo, tutte le varianti saranno sottoposte a ispezioni finali presso il National Institute for Aviation Research a Wichita, in Kansas.

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