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Il gioco dell’oca ad Atreju. I partiti tornano alla casella di partenza

Tutti in riga ad Atreju. La kermesse annuale di Fratelli d’Italia ha già fatto un piccolo miracolo: rimettere al proprio posto tutti i protagonisti della politica italiana. Per giorni sui giornali si sono rincorse voci di una scossa sismica in corso tanto nella maggioranza quanto nelle opposizioni. Il centrodestra che risorge a palazzo Grazioli. Gli scricchiolii dei gialloverdi sulla legge di bilancio. Perfino un (improbabile) incontro segreto fra la fronda di sinistra del Movimento Cinque Stelle capitanata dal presidente della Camera Roberto Fico e i parlamentari dem, fermamente smentito dal segretario Pd Maurizio Martina. E invece il quadro che emerge dalle sponde dell’Isola Tiberina è opposto. Sembra proprio che in corso ci sia un assestamento delle placche tettoniche.

A partire da Matteo Salvini. Il “Capitano” ad Atreju è stato accolto da selfie, strette di mano, urla scomposte di fan in visibilio. Ma, incalzato da Enrico Mentana sul futuro del centrodestra, ha gelato le aspettative dei militanti presenti. “Per Matteo Salvini il governo dura finché tutti i punti del contratto non sono stati esauditi”. Compreso una misura come il reddito di cittadinanza, che per la destra italiana è fumo negli occhi. Insomma, il ritorno del centrodestra che sembrava risorto in un pranzo con Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi è poco più di un miraggio. Berlusconi? “Questo governo non poteva essere allargato anche a lui”. E pensare che di fronte agli aut-aut grillini a maggio Salvini rispondeva tuonando contro i veti incrociati. Rimane l’accordo per le regioni, e per le tante amministrazioni locali governate insieme. Per il governo del Paese la partita è rimandata, a tempo indeterminato. La difesa d’ufficio di Luigi Di Maio, “persona di parola, onesta, concreta”, chiude il sipario su sogni e speranze del popolo di Atreju: la luna di miele gialloverde è appena iniziata.

Anche Forza Italia mette la retromarcia. Gli azzurri sono i grandi assenti alla convention meloniana. Fatta eccezione per il governatore della Liguria Giovanni Toti, che più che azzurro è azzurro-verde, ad Atreju i forzisti sono un’ombra. Il forfait più pesante è quello di Antonio Tajani. Il presidente dell’Europarlamento era atteso nel pomeriggio per il dibattito “Europa: mito, sogno o incubo?”, ma ha fatto sapere di non sentirsi bene. “NOn è vero” borbottano dallo staff della Meloni, mostrando un tweet che riprende Tajani a Fiuggi, dove prosegue la convention di Forza Italia. Così il coordinatore nazionale di Fdi Guido Crosetto è costretto a inventarsi un’intervista col direttore di Libero Pietro Senaldi. Nel frattempo ad Atreju arriva il contraccolpo degli azzurri alle parole di Salvini. “Rilassati Matteo. Siamo noi di Forza Italia a non essere interessati ad un governo che sull’economia va al traino dei Cinquestelle” gli risponde a tono la vicepresidente della Camera Mara Carfagna. “Qualcuno avverta i miei amici a Fiuggi che converrebbe tacere invece di annunciare il ritorno del centrodestra” chiosa invece Gianfranco Rotondi.

L’ultimo capolavoro di Atreju è stato rimettere in riga Roberto Fico con i suoi colleghi di partito. Il presidente della Camera ripete da sempre che non ci sono divergenze serie con Di Maio, ma non è un mistero che fra i due ci sia qualche incomprensione. In questi mesi la stampa gli ha affibbiato il soprannome di “foglia di fico della sinistra” per una certa sintonia con la sinistra italiana sulll’emergenza migranti. E invece ad Atreju Fico, che è l’unico esponente M5S ad aver accettato l’invito e per questo ha incassato l’applauso dei presenti, sentenzia: “Io ho sempre votato a sinistra fino a quando non hanno tradito i loro valori”. Poi promuove a pieno la “pace fiscale” di Salvini, una delle riforme più bersagliate dalla sinistra che parla invece di condono. “Non possiamo far passare l’idea che non pagare le tasse sia giusto. La Pace Fiscale, come la intende il Movimento 5 Stelle, è una misura che aiuta i contribuenti che già sono in difficoltà”. Solo ieri Roberto Speranza offriva a Fico una tessera di Leu perché “ci ha superati a sinistra”. Dopo Atreju dovrà seriamente ripensare la sua proposta.

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