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Il prezzo del petrolio fa litigare Trump e Arabia Saudita. Le ultime dall’Opec

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Donald Trump attacca, i grandi produttori di petrolio sauditi rispondono: è la guerra dei prezzi dell’oro nero, che vede il presidente americano chiedere puntualmente (a suon di tweet) il taglio dei prezzi. Tre giorni fa Trump è nuovamente tornato alla carica. “Il monopolio Opec deve abbassare i prezzi ora! Noi proteggiamo i paesi del Medio Oriente: loro non sarebbero al sicuro senza di noi, ma continuano a spingere i prezzi del Petrolio verso l’alto. Ce ne ricorderemo”, ha scritto su Twitter.

Ma oggi è arrivato il chiarimento del ministro del Petrolio saudita, Khalid al Falih, il quale ha precisato che “il prezzo del petrolio lo fa il mercato non lo faccio io”. Secondo quanto riportato l’emittente televisiva al Arabiya, il ministro saudita ha così risposto al tweet di Trump. Naturalmente, la logica di mercato vorrebbe che per abbassare i prezzi bisognerebbe aumentare la produzione di petrolio. In questo senso un’indicazione è arrivata dal ministro dell’Energia russo, Alexander Novak.

“L’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec) e i paesi non parte del
cartello potrebbero tornare al rispetto al 100% dell’accordo di Vienna tra settembre e ottobre, aumentando la loro produzione. Novak, che era ad Algeri per il vertice Opec, ha spiegato come nella
riunione odierna è stata discussa la possibilità di aumentare la produzione di un milione di barili al giorno a causa dei rischi legati alle situazioni in Iran e Venezuela.

Una sponda a Novak è arrivata dal presidente della compagnia petrolifera libica, National Oil Corporation (Noc), Mustafa Sanallah, il quale ha reso noto che l’attuale produzione di greggio del suo paese è superiore a quella del 2013.  Sanallah ha spiegato che “nonostante le sfide di sicurezza abbiamo portato la produzione di greggio a un livello superiore degli ultimi cinque anni, coprendo il milioni di barili di petrolio al giorno”.

Nel frattempo, il gas è sempre più protagonista dell’energia mondiale. La domanda di gas naturale e di energie rinnovabili registrerà infatti una crescita significativa nel periodo fino al 2040. Lo ha evidenziato  l’Organizzazione dei paesi produttori di petrolio (Opec) nel
suo rapporto World Oil Outlook 2040. “Il carburante con la più grande crescita della domanda stimata è il gas naturale, con un aumento di 32 milioni di barili equivalenti di petrolio tra il 2015 e il 2040, ed un tasso di crescita medio annuale dell’1,7 per cento. Di conseguenza, la quota
di gas naturale nel mix energetico globale contera’ per il 25 per cento nel 2040, un dato in crescita del 3,3 per cento rispetto a quello del 2015”.

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