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Elezioni in Baviera, la sofferenza di Merkel e lo scatto dei Verdi

Gli anti sistema tedeschi e quella voglia di fare risultato in Baviera. Per la diciottesima volta domenica urne aperte (in concomitanza con le provinciali in Belgio e nel granducato di Lussemburgo) nel più ricco land di Germania, con il 19% del pil, come spia di un trend nazionale che vede la Cdu in sofferenza e ben lontana dal 47% fatto registrare in occasione delle precedenti elezioni. Verdi secondi dietro la Csu e candidati a governare.

Nel mezzo le difficoltà della Grande Coalizione, le frizioni Merkel-Seehofer sul caso dell’ex capo degli 007 tedeschi e l’anticipo di quella stagione elettorale che si chiuderà con le elezioni europee di maggio.

QUI BAVIERA

Afd e Verdi (rispettivamente al 10% e al 18%) da mesi stanno lavorando per incunearsi nelle performances (anche sociali) della GroKo di Merkel. È la Spd (quarta nei sondaggi) a creare più di un problema ai democristiani tedeschi, alle prese con le insofferenze dell’elettorato alle politiche migratorie merkeliane e con il trend della Csu. È dal 1958 che in questo land i centristi governano ininterrottamente, fatta eccezione per una parentesi sola, ma domenica nel paese si celebra di fatto il primo appuntamento elettorale di una serie che si chiuderà tra sette mesi con l’incognita dello scontro tra forze europeiste e forze antisistema.

SORPRESA

La sopresa dovrebbe essere incarnata dai Verdi con un programma nuovo di zecca: tutti convergono nel dire che ha ottime chanches di andare al governo, con un conseguente riverbero a Berlino. La Csu, che esclude un’alleanza con Afd, proprio per certificare il momento complesso, ha preferito rinunciare alla manifestazione ufficiale di chiusura a Monaco di Baviera. Al contrario il candidato della Csu Markus Söder vorrebbe esibirsi con il leader del partito Horst Seehofer e il cancelliere austriaco Sebastian Kurz e di fatto apre all’unica via di uscita: ovvero un’alleanza proprio con i Verdi guidati dal duo Katharina Schulze (33 anni) e Ludwig Hartmann (40).

PROGRAMMI

Quest’ultimo due settimane fa ha fatto la sua prima apparizione televisiva, con anche un’altra primizia: per la prima volta in una campagna elettorale bavarese, un verde sfida un primo ministro della Csu. Per cui l’idea che la Csu possa perdere la sua maggioranza assoluta in Baviera proprio a causa dell’intromissione di Hartmann (che studia in chiave Bundestag) rappresenta un’altra novità niente affatto secondaria.

Il candidato dei Verdi vorrebbe abolire i controlli alla frontiera, mentre Soder no, temendo una “nuova ondata di immigrazione”. Il Verde replica prestando l’orecchio alle lamentele degli imprenditori bavaresi che non mostrano alcun favore per il fatto che il governo statale chiuda (adesso) ai lavoratori ben integrati. Per cui Hartmann si batterà per far ottenere loro la cittadinanza anche a vantaggio del business locale.

Differenze programmatiche anche alla voce dossier energetico: Söder predica prudenza su scelte paesaggistiche legate all’energia, mentre Hartmann propone che il nuovo governo anticipi la transizione energetica, adoperandosi per produrre elettricità in Baviera.

UN TWEET DI TROPPO

Il leader dei Verdi Robert Habeck si è scusato per un tweet di troppo sulle elezioni dello stato bavarese. Aveva negato all’ex governo della Csu un carattere democratico. E facendo una previsione sul crollo nei sondaggi aveva scritto che la loro autocrazia sarebbe stata interrotta. Poi si è scusato (“Mi assumo le critiche per ciò che ho detto, è stato dettato dalla febbre della campagna elettorale. Mi dispiace”) anche se i potenziali nuovi alleati in Baviera non hanno ovviamente gradito la scivolata.

Habeck si è caratterizzato per una campagna elettorale in mezzo alla gente, condotta sistematicamente sotto i tendoni delle feste a base di birra. Un modo per toccare con mano le pulsioni popolari, accompagnato dal ritornello “nessun paese appartiene a una sola parte”.

Un chiaro riferimento al trend della Cdu, accusata di essere “arrogantemente al potere”. Dopo quasi 60 anni sulla cresta dell’onda, ha detto in mille conciliaboli, anche in Baviera molte persone vorrebbero voltare pagina e votare i Verdi anche solo per andare contro le policies governative, anche se nel Land resta comunque stabile il divario ideologico e sociale tra borghesia conservatrice e i liberali di sinistra.

SCENARI

Nel paese (e più in generale anche a Bruxelles e Washington) tutti si domandano cosa accadrebbe alla grande coalizione in caso di una evidente sconfitta in Baviera. E in quel caso se davvero hanno un fondamento le voci che vogliono l’ex ministro delle finanze Wolfgang Schaeuble come cancelliere-ponte in caso di crisi di governo.

twitter@FDepalo

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