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Popolari, il sistema è solido. I numeri del 2018

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Un anno positivo per le banche del Credito popolare. I dati di bilancio del 2018, che saranno portati alle assemblee, parlano di una crescita degli impieghi vivi di circa l’1 per cento e dei depositi del 2,4 concentrati, questi ultimi, soprattutto, alla voce dei depositi di conto corrente (+2,7 per cento). I nuovi finanziamenti alle piccole e medie imprese hanno raggiunto i 27 miliardi di euro e quelli per l’accensione di nuovi mutui 13 miliardi di euro, cifre che sottolineano, ancora una volta, l’impegno delle Popolari verso le realtà produttive ed il tessuto sociale delle aree in cui sono presenti ed operano. Gli andamenti degli aggregati patrimoniali sono analoghi a quelli dell’intero sistema creditizio e, allo stesso tempo, confermano una particolare attenzione che, grazie alla prossimità e alla vocazione localistica, tali istituti hanno posto nei confronti delle piccole e medie imprese e delle famiglie, da sempre loro clienti di riferimento.

Sono dati molto importanti che confermano la vitalità e un futuro roseo per il mondo del credito popolare tanto più se letti in un contesto non certo incoraggiante. Se, infatti, guardiamo al passato, sono drammaticamente evidenti gli effetti della lunga crisi economica che ha molto indebolito – non dobbiamo mai dimenticarlo – il nostro Paese con un crollo di oltre il 10% della produzione industriale. Se, invece, guardiamo al futuro, la nuova congiuntura non facilita certo la situazione ma, al contrario, rende lo scenario ancora più incerto. Malgrado questo contesto, lo stato di salute delle Popolari – oltre ai dati sul sostegno all’economia riportati – può vantare una solidità che non teme confronti. Relativamente al coefficiente Cet 1, nel 2017 quello delle Popolari era pari al 13,8 per cento, identico a quello dell’intero sistema. Il Roe, al netto delle componenti straordinarie, negli anni 2016-2017 segna una media del 2,85 per cento per le Banche popolari, contro un dato negativo (-0,8 per cento) del sistema nel suo insieme. Infine, il Cost-income ratio, sempre prendendo come riferimento la media degli anni 2016-2017, per le Popolari era del 66,1 per cento contro il 71,6 del sistema. Il tutto in un trend di variazione positivo lungo un intero triennio.

Questi dati relativi alle Popolari italiane servono anche a spiegare il successo di questa “specificità” del sistema creditizio e del perché essa sia una realtà che va oltre i confini del nostro Paese. Assopopolari rappresenta in Italia 60 banche associate, 186 società finanziarie e strumentali, 256 corrispondenti nel mondo, per un totale di 4.468 sportelli, 500mila  soci, 6,1 milioni di clienti, 41mila dipendenti, 276 miliardi di attivo.

Risultati importanti si segnalano anche rispetto al delicato problema dei crediti deteriorati con un alleggerimento sostanziale degli Npl. La cartolarizzazione multi-originator – la “Pop NPLs 2018” – vede la cessione, da parte delle Popolari, di un portafoglio di crediti deteriorati per complessivi 1,58 miliardi di euro. Un’operazione realizzata grazie alla “Luigi Luzzatti S.p.a.” che ha agito come project manager. L’operazione, grazie anche al rilascio della Gacs – la garanzia concessa dallo Stato italiano sulla tranche senior – ha reso possibile alle Popolari cessionarie di migliorare sensibilmente la valutazione del portafoglio ceduto e di sviluppare rilevanti sinergie sui costi dell’operazione e rispetto alla diversificazione del rischio su base regionale e settoriale.

Questi progressi innegabili non sono però frutto del caso ma l’effetto di un preciso meccanismo di circuiti virtuosi basato sulle relazioni tra imprese e banche nei territori, grazie ai quali è possibile realizzare lo sviluppo delle economie locali e dell’inclusione sociale, attraverso il coinvolgimento di soci e di clienti. Il credito popolare si conferma un valore aggiunto che, malgrado le difficoltà economiche, politiche e regolamentari, ha arricchito il sistema bancario divenendo negli anni componente essenziale. Oggi – anche il dibattito politico sembra essersene finalmente accorto – è ancora più necessario, prima di tutto, riprendere a finanziare l’economia reale e i consumi delle famiglie. Proprio quello che, da sempre, fanno le popolari grazie alla propria positiva “diversità”, oggi più che mai punto di riferimento per le imprese, soprattutto quelle piccole e medie, e per le famiglie.

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