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L’Italia al bivio tra Usa e tentazione cinese. Perché va fatta una scelta di campo

Di Pasquale Russo
cina

Un muro, una parete, un soffitto, un ponte non crollano all’improvviso, ma segnalano il loro stato di imminente crollo, così come oggi ci appare l’architettura del mondo… Scricchiolante, incapace di trovare un nuovo assetto di equilibrio stabile da quando c’è stato il crollo del Muro di Berlino.

L’Occidente che era considerato l’architrave della “casa umana” non esiste più come lo ricordiamo, Stati Uniti ed Europa sono divisi, l’Europa è divisa al suo interno e d’altronde la Cina non vuole essere più un puntello produttivo a basso costo per l’Occidente, ma vuole un ruolo di primo piano nella scena mondiale, infine la Russia è un orso ferito che mena zampate di qua e di là, sentendosi assediata, i popoli e le nazioni africane chiedono di avere anche loro le condizioni affinché la speranza di vita passi dai loro 55 anni ai nostri 80. Le nazioni arabe con il potere della materia prima costruiscono geometrie variabili con tutti gli attori in movimento.

Tutti inseguono qualcuno o qualcosa mentre sfuggono a qualcuno o qualcosa. Colpa della globalizzazione, ma siamo certi di quello che significa oggi globalizzazione?

Soltanto circa il 20% della produzione di merci in tutto il mondo viene esportato, gli investimenti esteri equivalgono al 7% degli investimenti lordi globali, solo il 7% dei minuti di chiamate telefoniche (comprese le chiamate su Internet) sono internazionali e infine un solo misero 3% delle persone vive fuori dai Paesi in cui sono nate (Dhl Global Connectedness Index 2018). I sovranisti che mangiano al McDonald sono l’esempio di questa fake news globale, il mondo non è globalizzato, ma certamente è iperconnesso.

Un sistema iperconnesso e con distribuzione delle caratteristiche non uniforme (non globalizzato) è un sistema che obbedisce alla legge di potenza denominata power law distribution, scale-free distribution (distribuzione a invarianza di scala), o anche distribuzione di Pareto – dal nome dell’economista Vilfredo Pareto, che per primo la individuò nella distribuzione del reddito, il quale dimostrò che se c’è una persona che guadagna ventimila euro ogni quattro che ne guadagnano diecimila allora, per invarianza di scala, c’è una persona che guadagna due miliardi di euro ogni quattro che ne guadagnano uno.

Ora in questo sistema di rete (il mondo iperconnesso) dove il numero dei nodi presenti nella rete cresce nel tempo, i nuovi collegamenti avvengono su base preferenziale, cioè più un nodo è collegato e più è probabile che il suo numero di collegamenti tenda ad aumentare nel tempo secondo la legge della rete ad invarianza di scala (Scale free Networks Barabasi 1998).

Questo modello è alla base di vari tipi reti create dall’uomo: da quelle sociali a quelle concettuali di citazioni di una ricerca a quelle tecnologiche sino allo stesso web. La conseguenza di questo tipo di rete e del suo sviluppo è che “il ricco diventa sempre più ricco”, cioè che nelle reti sociali o all’interno della struttura di Internet la posizione di maggior vantaggio nel medio e lungo periodo è quella di chi si trova su quei nodi che hanno un numero iniziale elevato di collegamenti. Questa significa dire che un nuovo collegamento preferisce collegarsi al nodo che ha più collegamenti, così nascono gli hub.

Se guardiamo al processo di urbanizzazione del mondo ci rendiamo conto quanto questo risponda alla legge di potenza e sia una rete ad invarianza di scala, infatti secondo uno studio dell’Onu nel 2050 la popolazione globale che vivrà nelle città dovrebbe essere il 66% del totale cioè di 9,7 miliardi, significa che avremo città con quasi 300 milioni di abitanti, pari a quelli degli Usa. Ma queste supermegalopoli saranno soprattutto in Asia e in questa prospettiva strategica si annovera lo scontro tra Stati Uniti e Cina. L’introduzione delle reti 5g e dell’Internet of Things è l’equivalente della benzina sul fuoco per questo processo di “hubanizzazione” del mondo.

Accadrà che le persone sceglieranno le tecnologie che gli altri hanno già scelto, sia per la connettività, sia per gli oggetti collegati rete, quali gli orologi, gli occhiali a realtà aumentata, i controllori dei parametri di salute, i sistemi di sicurezza, ecc. ecc..così che la maggioranza delle persone del mondo sarà collegata ad hub che gli distribuirà tutto, perché è questo ciò che fanno gli hub, e in questo tutto anche i valori, i modi di essere, i riferimenti intellettuali, cosa che è avvenuta per noi italiani che collegati al hub Usa negli ultimi 70 anni, abbiamo assorbito i valori di libertà, liberalismo, ecc. ecc. dell’Occidente e degli Stati Uniti di America.

Lo scontro quindi tra Usa e Cina non è soltanto uno scontro economico, ma è terribilmente strategico e l’Italia deve scegliere se collegarsi all’hub che oggi attira di più seguendo la legge di potenza, oppure se lavorare per un mondo dove la distribuzione sia più uniforme a cominciare dalla distribuzione della ricchezza.

Un mondo fatto di città da 300 milioni di cittadini con un centro occupato da ricchi sempre più ricchi e periferie di poveri sempre più poveri e mostruosi sistemi logistici per sfamare queste città non mi piace, bisogna aumentare la globalizzazione del mondo per renderlo più uniforme è una questione di dignità della vita umana.

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