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Il problema è Roma, non De Vito

Allora diciamolo subito, così sgomberiamo il campo di gara. Dell’arresto di Marcello De Vito (sarà il processo a stabilire la sua colpevolezza) ci importa pochissimo, forse nulla. Sappiamo da sempre che la vita politica ed istituzionale conosce queste vicende in tutto il mondo (soltanto quelli del M5S hanno fatto finta di non saperlo, ma la realtà, come sempre nella vita, si incarica di smentire tutti quelli che fanno i fenomeni senza averne le caratteristiche), sappiamo da sempre che lotta alla corruzione è durissima e non deve conoscere interruzioni, sappiamo da sempre che la politica è funzione essenziale in democrazia e che l’onestà ne è requisito decisivo ma non sufficiente per assolvere con efficacia al mandato ottenuto dai cittadini.

Vogliamo però dire con forza che non intendiamo concentrarci sul dito quando il problema è la luna. Quindi la questione non è De Vito ma Roma. Chiarito che non c’è una differenza “genetica” tra gli attuali governanti e i precedenti (quindi nessuno ha più modo di sbandierare la propria diversità come elemento di valore assoluto e inattaccabile), resta la qualità dell’amministrazione a fare la differenza. Ebbene qui bisogna essere chiari ed onesti: Roma è un disastro (non certo per colpa esclusiva del sindaco e della giunta) e tale sembra destinato a restare a lungo.

Quello che lamentiamo nei confronti dell’amministrazione è una sostanziale assenza di linea strategica, un vuoto di progetto globale, un vulnus di obiettivi. A questo dovrebbe essere dedicata la seconda parte del mandato, mentre invece le strade peggiorano di giorno in giorno, l’immondizia giace raccolta poco e male, la gran parte dei luoghi interessanti per i turisti versa in condizioni pietose con scarso o nullo utilizzo delle opportunità di fruizione digitale. Il M5S ha nel governo della più bella città del mondo l’occasione più ghiotta per dimostrare la sua ragione di esistere, la sua forza innovativa e, per molti versi, rivoluzionaria, la sua capacità di passare dalla protesta alla proposta.

Ci sembra, onestamente, un’occasione sprecata (almeno sin qui). Poi c’è la vicenda De Vito di oggi, che infiammerà i media (più che comprensibilmente), ma che tocca del tutto marginalmente la vita reale della città.

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