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Salvini? La sua internazionale sovranista si sta sfaldando. Parla Beghin (M5S)

E se l’internazionale sovranista convocata da Matteo Salvini a Milano fosse solo una farsa? Tiziana Beghin, europarlamentare di punta dei Cinque Stelle a Strasburgo presente a tutti i briefing in cui Luigi Di Maio ha tessuto la sua rete internazionale, lancia la provocazione ai microfoni di Formiche.net. A margine del Sum di Ivrea di Davide Casaleggio, ci spiega perché il mito nazionalista fa acqua da tutte le parti. Per ora niente malumori nella vecchia guardia pentastellata per le “nuove” liste europee di Di Maio, dice. Anche se l’impressione è che i veterani di Strasburgo abbiano qualcosa da ridire sulla “nuova fase del Movimento”.

Cos’ è questa nuova idea di Di Maio di candidare volti noti alle europee? Non è un po’ contro il vostro dna?

L’apertura alla società civile rafforza la democrazia, lo abbiamo già fatto alle politiche con gli uninominali e presentando una squadra di ministri che provenivano dall’esterno. Probabilmente si sta aprendo una nuova fase del Movimento, se è un bene o un male lo vedremo sulla base dei risultati.

Sarà, ma suona come una proposta di berlusconiana memoria. Che valore aggiunto possono dare queste persone?

Forse più visibilità. Le europee sono elezioni che non appassionano ed è sempre difficile parlare di contenuti. In cinque anni raramente sono stata chiamata in tv a rispondere a domande su temi europei. L’idea di Di Maio di inserire persone di visibilità può forse aiutare a spostare l’attenzione sui temi europei.

Si mormora di malumori fra voi big uscenti…

Io non ho notato malumori fra di noi. In fondo non abbiamo un posto in un listino bloccato, dobbiamo guadagnarci i consensi sul campo con le preferenze. È evidente che una persona molto conosciuta o un volto dello spettacolo è facilitata, ma se questo serve per spostare l’attenzione sui temi ben venga. Noi siamo rimasti in undici, credo ci sia spazio per tutti.

Di Maio da qualche giorno randella gli amici “negazionisti” della Lega. Perché accorgersene proprio ora?

In questi cinque anni abbiamo assistito alla crescita dei consensi dell’estrema destra europea. Fortunatamente in Italia questo fenomeno è stato arginato dal Movimento Cinque Stelle, una forza moderata che ha saputo dare risposte ai cittadini e che oggi governa il Paese con la terza economia più grande d’Europa. Di Maio constata le contraddizioni della Lega: i sovranisti esprimono posizioni contrarie agli interessi italiani.

Però il vostro leader ha ragione: questi partiti vedono in Salvini, il vostro alleato, il leader che li porterà al successo…

Il successo di Salvini è tutto da provare. La mia impressione è che questo fronte sovranista compatto a destra sia più una creazione mediatica che una fotografia della realtà, non darei nulla per scontato prima del 26 maggio.

In effetti c’è già stata qualche defezione. Oggi a Milano danno forfait sia Le Pen che Orban…

Esatto, se un fronte davvero esiste si sta sfaldando. E poi i nostri colleghi leghisti ormai parlano di un’Europa necessaria, da riformare e non da distruggere. Insomma, una cosa è la propaganda, un’altra è la consapevolezza di quel che davvero si può fare. I sovranisti si dovranno scontrare con la realtà. La Lega è abituata a fare reclame, ora che si ritrova a governare non è più lo stesso.

E la vostra internazionale che fine ha fatto? In Europa andate a braccetto con partiti molto diversi da voi.

È naturale. Abbiamo storie e culture completamente diverse, sarebbe velleitario credere di trovare in Polonia forze politiche simili a quelle italiane. Insieme ai nuovi alleati vogliamo formare l’internazionale della democrazia diretta. Siamo sulla buona strada, con noi camminano forze politiche giovani e in crescita esponenziale. Il Movimento è più maturo, ha già una storia istituzionale, ma non potrebbe avere partner migliori.

Le europee si avvicinano. Esiste davvero lo spauracchio di un sorpasso del Pd?

Il sorpasso dei dem è un fatto che appassiona i giornalisti. Sarà che non sono e non sarò mai una politica di professione, non sono solita ragionare in termini di consensi. Il Pd è forte di un voto di sistema. I cittadini ci danno fiducia sulla base di altre dinamiche, non ridurrei la campagna per le europee a un rally.

Sembra che Juncker abbia proposto a Conte un’intesa fra Ppe, S&D e M5S in funzione anti-sovranista. Preferite loro alla destra europea?

Proseguiremo sulla strada percorsa in questi anni. È nel nostro Dna valutare ogni idea sulla base del merito e non della provenienza politica, la nostra stella polare è il servizio ai cittadini. Per questo non ci alleiamo con nessuno a priori ma dialoghiamo con tutti, personalmente ho lavorato bene con i popolari, i verdi, i socialisti e perfino con l’Enf. Dipende dai dossier che avevo davanti.

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