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Haftar dice no anche a Macron sul cessate il fuoco incondizionato

haftar, Libia

Il presidente francese Emmanuel Macron ha ospitato all’Eliseo il signore della guerra dell’Est libico Khalifa Haftar per un altro incontro operativo che segue uno analogo di qualche giorno fa a Roma.

Haftar da quasi due mesi ha lanciato un’operazione per conquistare Tripoli, destabilizzare il governo onusiano guidato da Fayez Serraj, e intestarsi il paese come nuovo rais. Un piano giocato di sponda con alcuni sponsor esterni e su cui la Francia, che negli anni scorsi aveva fornito consulenza di intelligence ad altre operazioni haftariane, aveva fatto pensare a una posizione ambigua. Tanto che Serraj e i suoi avevano interrotto formalmente i rapporti con Parigi, riaperti in modo tiepido ieri da un incontro a Tunisi tra il ministro dell’Interno libico, Fathi Bashaga e l’ambasciatrice francese.

Oggi Macron ha chiesto a Haftar di fermare i combattimenti in modo incondizionato, e ripartire dal cessate il fuoco per lanciare una nuova fase negoziale politica. La stessa richiesta fatta all’autoproclamato Feldmaresciallo dal premier italiano Giuseppe Conte nel loro incontro della scorsa settimana, che però a quanto pare ha avuto lo stesso risultato: risposta negativa.

La situazione in Libia, dove lo scontro a sud di Tripoli è in stallo (con l’incrementarsi dei danni e della vittime civili), sta peggiorando perché entrambi gli schieramenti hanno ricevuto nuove armi nei giorni scorsi. Ora le forze haftariane della Cirenaica si sentono più forti e in grado di lanciare lo scacco finale, ma anche quelle anti-Haftar della Tripolitania sperano di riuscire nella controffensiva.

La proposta di Macron è per certi versi un’ancora di salvataggio per Haftar che ha subito vari arretramenti e la perdita di alcuni gruppi che lo hanno appoggiato — un messaggio che il Feldmaresciallo potrebbe aver ricevuto, considerati  anche alcuni passaggi di contorno come per esempio l’assunzione di una società di lobbying statunitense che potrebbe aiutarlo nelle fasi successive delle trattative.

Dall’altra parte gli anti-Haftar — le milizie di Tripoli e Misurata che difendono Serraj — stanno man mano diventando meno controllabili perché sentono che è il momento di spingere davanti alla debolezza di Haftar, che vorrebbero respingere fino alla Cirenaica, annullando tutti i guadagni territoriali che gli haftariani hanno ottenuto a Ovest nel corso degli ultimi mesi.

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