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Di Maio e Conte, il grande freddo della platea di Confindustria

SALVINI NON C’ERA

Matteo Salvini non c’era. Quello che il mondo produttivo ha sempre considerato come l’estremo difensore dei loro interessi, non era presente nella grande sala dell’Auditorium Parco della Musica, teatro dell’assemblea 2019 di Confindustria (qui l’articolo con tutti i dettagli). Pazienza. In compenso c’era l’altro azionista, Luigi Di Maio, al debutto assoluto dinnanzi alla platea industriale, in compagnia del premier Giuseppe Conte, del Capo dello Stato Sergio Mattarella (che al termine dell’intervento di Boccia ha lasciato la sala, senza ascoltare gli interventi di Di Maio e Conte) e di una pattuglia di ministri.

Ma è proprio qui il punto. Sia Di Maio sia Conte non hanno scaldato la platea di industriali accorsa all’auditorium. Il ministro dello Sviluppo Economico nel suo lungo intervento non è stato mai interrotto dagli applausi. Solo, alla fine del discorso, un gelido omaggio degli imprenditori. Stesso copione per Giuseppe Conte anche lui salutato da un breve (20 secondi) battito di mani a fine intervento. L’invito del leader di Confindustria, Vincenzo Boccia, a un’alleanza nel nome dell’Italia e del Pil, dunque, dovrà fare necessariamente il conto con la freddezza delle aziende nei confronti del governo.

I COMMENTI

Bastava farsi un giro all’uscita dell’Auditorium per accorgersene. Non c’era grande entusiasmo nei brevi commenti raccolti da Formiche.net. Mario Moretti Polegato, patron di Geox, ha ribadito un concetto, caro a Boccia. “Oggi Confindustria non può farcela da sola, è stato detto in modo chiaro. Abbiamo bisogno della sponda di questo governo. Vediamo che cosa succederà alle prossime elezioni europee, ma è certo che da soli non ce la facciamo”.

Di intervento “piuttosto freddino, che non ha entusiasmato” ha parlato anche l’economista ed ex capo del Centro studi di Viale Dell’Astronomia, Giampaolo Galli. Mentre un altro imprenditore del nord ha fatto trapelare tutta la sua delusione. “Oggi, forse, è stato fatto qualche mea culpa, ma è certo che in sala è mancato l’entusiasmo. Lo abbiamo visto tutti”. Chissà che non abbia ragione il deputato azzurro ed ex ministro, Renato Brunetta, quando afferma (in una nota) che “gli imprenditori oggi hanno scaricato il governo. Nell’assemblea annuale di Confindustria le parole di Boccia sono state pesantissime contro l’esecutivo, a riprova del malessere che si aggira tra gli imprenditori”.

Più istituzionale, ma non per questo privo di messaggi all’esecutivo, il presidente di Intesa SanPaolo, Gian Maria Gros Pietro. “Boccia ha ragione, dobbiamo ripartire i cantieri. L’Italia è un paese dalle grandi capacità, uno uno dei maggiori esportatori mondiali e la seconda manifattura europea. Il Paese è fermo perché ci sono ulteriori risorse che devono essere messe in campo”. Chi prende nota?

 

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