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Confindustria, Giorgetti e il governo che non c’è

La sala dell’Excelsior a Rapallo accoglie Giancarlo Giorgetti con stima e simpatia, ma lo fa per la persona ed assai meno per il governo che rappresenta.
Dalla due giorni di lavori organizzata dai giovani di Confindustria esce un quadro pieno di voglia di fare, ma emerge anche un senso di smarrimento di fronte ad una sostanziale assenza di linea strategica, assenza che è posta in capo all’esecutivo ma che in realtà riguarda tutti, imprenditori compresi.

Proviamo a dirlo in modo meno diplomatico: a Rapallo nessuno capisce se la tregua di governo è solida o posticcia, nessuno pensa che lo “Sblocca Cantieri” sarà davvero in grado di far partire un piano tangibile di opere pubbliche, nessuno guarda con fiducia ai nuovi equilibri europei, quelli in cui non ci sarà più Draghi alla Bce.

C’è insomma un misto di ansia e rassegnazione, di cui il dibattito sui “minibot” è sintesi perfetta.
Un confronto in cui Draghi e Tria sparano a palle incatenate, la Lega difende il progetto indicandolo come adeguato a risolvere il problema dei debiti della PA, Conte e il M5S tacciono per paura di inficiare la fragile tregua stipulata con Salvini pochi giorni fa, Alessio Rossi (presidente dei giovani imprenditori) dice che “i minibot valgono come i soldi del Monopoli”. Eccola qui la nostra formidabile capacità di dire tutto e il contrario di tutto, di fare di ogni tema oggetto di dibattito fine a sé stesso.

Rapallo ci consegna un’Italia piena di competenze di assoluto valore, che anche qui hanno mostrato il loro talento.
Baldoni sui temi di sicurezza cyber, Gemme e Palermo per Anas e Cdp, Massolo sulla strategicità delle infrastrutture, ma anche due governatori lucidi e appassionati come Fontana e De Luca (però in forte dissenso sui temi delle autonomie). Tutti hanno usato parole di saggezza e valore, ma tutto resta senza un chiaro percorso comune, tutto è all’insegna dello “speriamo bene”.

Torniamo così a Giorgetti, il punto da cui siamo partiti. L’apprezzamento alla persona è stato incondizionato ma separato totalmente dalla missione di governo in cui è coinvolto. Quasi come a dire: “meno male che ci sei tu, almeno limitiamo i danni”.

Questo è lo stato d’animo del mondo delle imprese, quel mondo che si appresta ad affrontare una seconda parte dell’anno non priva di incognite, soprattutto guardando ai mercati finanziari. Quasi un SOS, pur lanciato in giacca e cravatta.

Un messaggio in bottiglia sostanzialmente lanciato a Salvini ed ai suoi, perché l’altra metà del governo ha avuto qui lo stesso livello di citazioni che otterrebbe Pamela Prati ad un seminario dell’Accademia dei Lincei.

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