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Vi spiego perché Giorgetti potrebbe davvero trasferirsi a Bruxelles. Parla Minzolini

Giancarlo Giorgetti è il nome migliore che Matteo Salvini possa proporre in questo momento per la Commissione europea“. Parola di Augusto Minzolini, ex direttore del Tg1 e senatore di Forza Italia e oggi retroscenista del Giornale sulle cui pagine ha raccontato dell’ipotesi, sempre più probabile, che l’attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio possa assumere il ruolo di commissario a Bruxelles.

Uno scenario che, ad avviso del giornalista, consentirebbe a Salvini, di centrare due obiettivi: stabilizzare il rapporto con il MoVimento 5 Stelle – secondo Minzolini non si andrà al voto a settembre – e mandare in Europa una personalità dalle riconosciute competenze politiche e tecniche: “Giorgetti è il caposcuola di quella parte della Lega, la vecchia guardia la potremmo definire, più in sofferenza nei confronti dei cinquestelle. Se entrasse a far parte della Commissione, ne uscirebbe di conseguenza rafforzato l’asse con i grillini”.

D’altronde – ha sottolineato ancora Minzolini – il sottosegretario di Palazzo Chigi “è la persona che all’interno del partito propone con più convizione una linea politica diversa da quella del leader. Secondo Giorgetti, la vera strada per la Lega è la ricomposizione del centrodestra seppur in forma rinnovata, mentre Salvini ha seguito fino adesso un altro schema. O, comunque, non vuole ancora scegliere tra le due ipotesi”. Da qui l’idea di promuoverlo, o spostarlo, a Bruxelles, come accadde a cavallo tra gli anni 70′ e gli anni ’80 nel Psi: “All’epoca Bettino Craxi stava lavorando all’alleanza con la Democrazia cristiana, mentre Antonio Giolitti riteneva che i socialisti dovessero guardare a sinistra”. Fu così che il nipote dello statista liberale venne mandato a Bruxelles, ha ricordato Minzolini.

D’altro canto però Salvini potrebbe contare a Bruxelles sul contributo di un politico esperto e conosciuto. Conta anche questo aspetto nella sua eventuale scelta in tal senso? 

Certamente, perché otterrebbe di coprire il posto italiano nella Commissione con un personaggio molto abile, probabilmente il più preparato dal punto di vista tecnico. Una persona provvista di tutti gli strumenti necessari ad aprire una dialettica pure con chi in Europa non la pensa come i sovranisti italiani. La Lega ha bisogno di qualcuno che sia conosciuto nelle capitali europee e che sia in grado di far sentire il suo peso.

Giorgetti come sta vivendo questa prospettiva?

Un’esperienza in Europa – magari pure con una responsabilità importante, ad esempio in materia di Concorrenza – sarebbe chiaramente una sfida per lui. Tanto più che dopo un anno di governo è assolutamente estenuato dai rapporti con i cinquestelle.

In questo caso come cambierebbe il governo italiano? Giusto ipotizzare che Nicola Molteni possa assumere il ruolo di Giorgetti e Lorenzo Fontana diventare ministro per gli Affari europei?

I nomi potrebbero essere questi ma non è ancora detto. Di sicuro, Molteni è l’uomo più vicino a Salvini che a Palazzo Chigi dovrà mettere necessariamente una persona di sua massima fiducia. E Fontana in qualche modo è sempre stato destinato a occuparsi di Europa.

C’è però chi dice che al posto di Giorgetti potrebbe andare l’attuale ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno. Che ne pensa?

Sicuramente potrebbe ricoprire quel ruolo perché di certo non le mancano le competenze. Tuttavia penso che la scelta non ricadrà su di lei. Nella Lega è la persona più esperta in materia di giustizia: dal ministero della Pubblica amministrazione riuscirebbe comunque a occuparsene e a giocare così una partita più libera e trasversale di quella che potrebbe invece condurre da Palazzo Chigi.

Nel centrodestra invece cosa cambia dopo la nomina di Mara Carfagna e Giovanni Toti a coordinatori di Forza Italia? Qualche segnale a Salvini Silvio Berlusconi ha iniziato a mandarlo..

Secondo me li ha sempre lanciati, il problema semmai è Salvini che non risponde. Ora bisognerà verificare se il processo che si è innescato dentro Forza Italia sia in grado nel tempo di produrre qualche effetto nei rapporti con quelli che una volta erano i suoi alleati di centrodestra. Salvini però mi sembra più interessato a metabolizzare una parte dei cinquestelle.

Metabolizzare in che senso?

Nel senso di creare un rapporto stabile con la corrente più governativa del movimento che in prospettiva potrebbe anche diventare un possibile alleato.

La nomina dei coordinatori è stata la mossa politica con cui Berlusconi ha scongiurato l’addio di Toti? 

Francamente se Giovanni Toti fosse andato via non so cosa quali conseguenze effettive ci sarebbero state. Quanti lo avrebbero seguito tra i dirigenti e gli elettori azzurri? Di sicuro però, con questa decisione Berlusconi ha dato a Forza Italia la possibilità di avere una capacità di rappresentanza più ampia. All’interno del partito esistono due opzioni: quella del governatore della Liguria molto vicina a Salvini di cui accetta l’egemonia e l’altra rappresentata da Mara Carfagna convinta che si debba creare un rapporto dialettico con la Lega e rivendicare l’identità di Forza Italia. Finalmente, comunque, in quel partito hanno ricominciato a fare un po’ di politica perché ultimamente non ne avevano proprio parlato.

Ultima cosa: perché ritiene che non si andrà al voto a settembre?

Guardi, la verità a mio avviso che molto spesso noi giornalisti entriamo in meccanismi perversi in cui creiamo assiomi senza poi riuscire a chiudere il cerchio del ragionamento. Da questo punto di vista non credo affatto che Salvini voglia tornare al voto così rapidamente

Perché?

Innanzitutto perché manca il motivo scatenante. Come potrebbe innescare la crisi sulla flat tax se nessuno nel governo si dichiara contrario? C’é chi dice che potrebbe forzare in questo senso come gesto di contrapposizione verso l’Europa. Ma a Bruxelles non interessa se va in crisi e cade il governo sovranista italiano. Anzi, sarebbe una vittoria. Una minaccia spuntata dunque. E poi siamo in una fase davvero critica per la vita del Paese: rischiamo la procedura d’infrazione, dobbiamo fare una legge di bilancio che si preannuncia complicatissima e pure il sistema giudiziario è in ambasce. Salvini di fronte a tutto questo dovrebbe fare la crisi? Molto difficile che accada.

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