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Evitare la procedura di infrazione si può. La ricetta di Paganetto

Non è stata una gran giornata per l’Italia. Oggi l’Europa ha nei fatti sfiduciato l’Italia e la sua capacità di gestire i conti pubblici, aprendo il cantiere della procedura di infrazione (qui l’articolo con tutti i dettagli). Il timing prevede l’ingresso in campo di Eurogruppo ed Ecofin, che dovranno avallare l’orientamento preso oggi dai commissari. Il primo si riunirà il prossimo 13 giugno a Lussemburgo mentre il 9 luglio la riunione dei ministri dell’Economia prenderà la decisione finale: avvio ufficiale della procedura d’infrazione, rinvio del verdetto, o sospensione del giudizio. Le ragioni per essere preoccupati ci sono tutte, anche se per Luigi Paganetto, economista, animatore della Fondazione Economia di Tor Vergata e vicepresidente di Cassa Depositi e Prestiti non è il caso di farsi prendere dal panico.

“Facciamo una premessa, la decisione di oggi era in un certo qual modo attesa, possiamo dire che ce lo aspettavamo. Però bisogna fare molta attenzione a certi aspetti. Per esempio, quanto detto oggi dal commissario agli Affari Economici, Pierre Moscovici, non ha un carattere diciamo così poco definitivo. Voglio dire che la strada per la procedura di infrazione è ancora lunga. C’è ancora spazio per interagire con l’Unione, c’è uno spazio di manovra nel quale l’Italia può evitare la procedura. Lo stesso Moscovici ha detto che la porta continua ad essere aperta, non dobbiamo farci scappare questa disponbilità”. Paganetto fa anche un altro rilievo.

“C’è anche da dire un’altra cosa. Il rallentamento della crescita globale non era atteso proprio da nessuno e poi dobbiamo ricordarci che l’Italia oggi ha anche molti puti di forza: per esempio ha sì un alto debito ma anche un avanzo primario consistente. Detto questo non c’è da stupirsi se oggi l’Europa ci ha ammonito“. A questo punto però, anche con tutti i buoni propositi del mondo e la calma più ferrea è impossibile domandarsi su come fronteggiare quella che è a tutti gli effetti una situazione potenzialmente esplosiva. In altre parole, come uscire con le ossa intere? L’Italia è alle prese con uno spread piuttosto alto (271 punti base oggi in chiusura) che giorno dopo giorno drena risorse importanti.

Paganetto ha una sua ricetta e la propone a Formiche.net. “Ha ragione il ministro dell’Economia Tria quando dice che non è il caso di fare manovre correttive. Il nostro debito non diminuisce con semplici correzioni dei conti, d’altro canto dobbiamo trovare il modo di assicurare mercati ed Europa. In questo senso penso che sia essenziale evitare di fare altro debito e altro deficit. Il che pone un problema di finanziamento delle misure di politica economica. Di qui una proposta che vorrei riportare all’attualità. Tanto per cominciare il governo dovrebbe indicare in modo preciso e dettagliato le sue scelte di politica economica. Una volta individuati gli interventi, tutti rigorosamente in chiave crescita, si potrebbe pensare a un contributo di solidarietà da parte dei cittadini, sulla base di questo patto: io governo mi impegno a fare politiche specifiche per la crescita e mi impegno a restituire i soldi dei cittadini non appena il Pil inizia a correre nuovamente”.

Per Paganetto non ci sono dubbi, si tratta di una proposta dal triplice effetto benefico. “In questo modo io non faccio più deficit e non faccio più debito, rassicuro i mercati, rassicuro l’Europa e do una spinta alla crescita. Il governo si dovrebbe impegnare per la crescita a tal punto da essere autorizzato a chiedere un prestito insomma”. E guai a chiamarla patrimoniale. “Non lo è assolutamente non c’entra nulla. Non sono soldi che finiscono nel calderone e poi chissà dove vanno, vengono restituiti ai cittadini. Soldi che mi permetterebbero di recuperare quello di cui l’Italia ha bisogno: la credibilità”.

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