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Eni spinge su ricavi e cassa nel primo semestre

L’utile, è vero, è diminuito ma per il numero uno Claudio Descalzi, Eni corre e corre forte. Questa mattina il gruppo fondato nel lontano 1953 da Enrico Mattei, ha presentato i conti relativi al primo semestre 2019, approvati ieri dal board.

I CONTI DI ENI

Nei sei mesi Eni ha registrato un utile operativo adjusted in calo dell’11% a 2,28 miliardi nel secondo trimestre di quest’anno e in calo del 6% a 4,63 miliardi nel semestre, poco sotto le attese del consenso Bloomberg a 4,653 miliardi. L’utile netto adjusted è invece calato del 27% a 0,56 miliardi nel secondo trimestre  e dell’11% a 1,55 miliardi nel semestre (-8% escludendo l’effetto Ifrs 16), una contrazione superiore alle attese del consenso che si aspettava un dato a 1,933 miliardi, mentre l’utile netto si è attestato a 0,42 miliardi (-66%) e a 1,52 miliardi (-31%), rispettivamente, nel secondo trimestre e nel semestre.

TRA CASSA E RICAVI

La spinta è semmai arrivata sui ricavi di Eni, migliorati nel semestre del 3% rispetto allo stesso periodo del 2018 a 36,98 miliardi di euro e la produzione di idrocarburi è stata pari a 1,83 milioni di boe (barile di olio equivalente) al giorno nel trimestre e nel semestre, sostanzialmente invariata al netto del portafoglio. Ha pesato la cessazione del contratto produttivo Intisar in Libia avvenuta a partire dal terzo trimestre del 2018; escludendo tale effetto e il portafoglio, la crescita netta è di circa 110 mila boe al giorno nel trimestre pari a +6,5% per incrementi produttivi e minori manutenzioni (94 mila boe al giorno nel semestre, +5,5%). Molto bene anche La generazione di cassa operativa, salita a 6,61 miliardi nel semestre, +27% (4,52 miliardi nel secondo trimestre, +49%), su cui ha inciso il pagamento straordinario legato alla definizione di un arbitrato (330 milioni).

DESCALZI SODDISFATTO

Nella nota che ha annunciato i risultati validati dal cda, il ceo Descalzi parla di “eccellenti risultati finanziari, proseguendo nella realizzazione degli obiettivi del proprio piano industriale. La generazione di cassa dell’esercizio, in incremento di oltre il 20% nonostante uno scenario meno favorevole rispetto al semestre precedente, ha coperto ampiamente tanto gli investimenti, a cui continuiamo ad applicare una rigorosa disciplina, quanto la remunerazione degli azionisti che oltre al saldo dividendo include ora anche il buyback”. Il cda ha proposto un acconto del dividendo da 0,43 euro su una previsione totale di 0,86 euro annui.

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