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È il governo dell’O.K. Corral (pop corn a volontà)

“Le mie parole come pistole fumanti, miro verso ladri e bugiardi” così il rapper Nitro in O. K. Corral, la canzone del 2018 che potrebbe diventare l’inno del governo giallo-verde. Già perché ormai è chiaro che leghisti e grillini si comportano come le due fazioni che si scontrarono a Tombstone (nel sud dell’Arizona) il 26 ottobre del 1881, in quella che è senza dubbio la sparatoria più famosa del Vecchio West, con trenta colpi sparati in pochi secondi che fecero 3 morti (tra cui i due fratelli Frank e Tom McLaury) e tre feriti.

Con una differenza sostanziale però: qui volano parole (anche pesanti) e non pallottole, quindi siamo ben dalle parti della canzone e meno della Colt (intesa come pistola).
“Le parole di Conte? Mi interessano meno di zero”, dice il ministro dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini, riferendosi al discorso tenuto al Senato dal premier poche ore prima. “Siamo e resteremo contrari alla Tav perché è un’opera inutile che sarà un regalo alla Francia per 2,2 miliardi di euro”, dice il ministro dello Sviluppo Economico e leader del M5S Luigi Di Maio a poche ore dall’annuncio ufficiale del premier Conte che dà il via libera ai lavori sul versante italiano. E poi Di Battista sul caso Russia, che così si rivolge al Capitano: “Salvini il bugiardo è impegnato a mentire”, oppure i senatori del M5S che giungono al punto di uscire dall’aula quando parla il premier del governo da loro sostenuto, gesto pressoché inaudito anche per le opposizioni.

Potremmo continuare a lungo, ma è più che sufficiente. I partiti di governo si prendono a mazzate (verbali) dentro uno schema ormai consolidato e scandito da tempistiche precise, che vedono sempre arrivare (come nel caso dell’incontro di oggi tra i due vice-premier) un momento di pace dopo giornate improntare alle dichiarazioni di guerra. Il tutto dentro una fiction perfettamente efficace nella sua dimensione narrativa, ma che come tale deve essere interpretata da elettori ed osservatori. Infatti, tanto per essere chiari, le elezioni quest’anno non sono mai state in agenda, per il semplice fatto che nessuno le vuole. Non le vuole Di Maio perché segnerebbero la fine della sua leadership e il drastico ridimensionamento del M5S. Non le vuole Salvini perché sta come un principino, dall’alto del suo spettacolare 38 % nei sondaggi. E non le vuole Conte che se ne sta ormai perfettamente a suo agio a Palazzo Chigi.

Siccome poi l’opposizione (!) si occupa quasi esclusivamente di sé stessa, ecco che il quadro emerge in tutta la sua turbolenta stabilità. Il governo è solido nella sostanza, già morto nella dialettica verbale. È il governo dell’O.K. Corral, che forse avrebbe ispirato anche Sergio Leone. Si preparino scorte di popcorn.

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