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Cosa stava facendo il sottomarino incendiato che preoccupa Putin?

È esploso un incendio all’interno di un sommergibile russo nel Mare di Barents che ha causato la morte di 14 marinai, secondo il comunicato della marina di Mosca. Il sottomarino, di stanza al porto di Severomorsk, quartier generale della Flotta del Nord che si trova vicino al confine con la Finlandia, è un mezzo usato per ricerche scientifiche stando le informazioni ufficiali. Le fiamme, ha detto il ministero, si sono sviluppate mentre stava svolgendo una missione: le persone sono rimaste uccise dalle esalazioni tossiche ed è stata già aperta un’inchiesta sull’accaduto.

Oggi pomeriggio il presidente russo Vladimir Putin è uscito di tutta fretta da un evento pubblico a Tver, a nord-ovest di Mosca, ha fatto cancellare tutti gli appuntamenti in agenda nelle ore successive all’accaduto, e ha riunito il gabinetto di crisi. Una riunione di emergenza con i vertici della Difesa, a cominciare dal ministro Sergei Shoigu, è ancora in corso nel momento della stesura di questo articolo.

La vicenda si porta dietro un peso notevole, la memoria storica di quanto successe al “Kursk”, un sottomarino affondato sempre in quelle stesse acque per l’esplosione di un siluro durante un’esercitazione. Morirono 118 membri d’equipaggio, 23 dei quali asfissiati, rimasti per diverso tempo, ad aspettare i soccorsi che non riuscirono a salvarli. Una tragedia che ha segnato l’opinione pubblica, ed è su quella ferita che Putin sta gestendo la crisi, evitando le polemiche che il Kursk si portò dietro. Otto anni dopo, inoltre, altri 20 uomini morirono di asfissia nel sottomarino nucleare “Nerpa”.

Secondo uno degli esperti contattati a caldo da Formiche.net, potrebbe trattarsi del “Losharik”, basato a Olenya Guba (vicino Severomorsk), un mini-sottomarino nucleare utilizzato per operazioni speciali, equipaggiato con bracci meccanici in grado di agire sul fondale: è “un mezzo molto segreto e le caratteristiche sono riservatissime”, ci dice l’analista che attende dati più certi prima di esporsi. Si sa che potrebbe essere stato utilizzato in missioni dal Gru, l’intelligence militare, anche per agire su cavi sottomarini.

Stava compiendo operazioni di questo genere, magari per manipolare uno dei sistemi che trasporta miliardi di dati internet? La Nato in passato aveva già denunciato l’interesse russo per i cavi sottomarini, e proprio sul quadrante occidentale del Mare di Barents passa lo Svalbard Undersea Cable System, cavo da 2714 chilometri che collega Breivka, in Norvegia, a Longyearbyen, in Groelandia. Ossia taglia parte della regione artica che è un interesse strategico di Mosca. Ma siamo nel campo delle speculazioni: poco trapela per ora, o forse informazioni ufficiali non verranno diffuse: anche alla segretezza dell’operazione che il sottomarino stava svolgendo potrebbe legarsi la gestione d’emergenza dell’incidente e l’attenzione di Putin.

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