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Su Open Arms l’Europa ha la coscienza sporca (e si vede benissimo)

Lasciamo un momento da parte le contorsioni italiane, con il premier ed il ministro dell’Interno che si scambiano lettere e massaggi sui social mentre la crisi di governo è entrata in una fase confusa e per molti versi poco seria. Guardiamo alla sostanza della tema posto dai 107 migranti ancora a bordo della nave Ong. Essi pongono da un lato una questione umanitaria, che nessuna persona di sensibilità civile e democratica può ignorare.

A fronte di tutto ciò però esiste anche un’altra questione di non poco conto, vale al dire il diritto di una nazione di tenere una linea di contrarietà agli sbarchi clandestini, soprattutto se fortemente voluta dalla maggioranza della popolazione (che così si è espressa sostenendo le forze attualmente al governo).

Ecco allora che tutta la vicenda si sposta sul piano politico (che poi è quello che interessa molti dei soggetti coinvolti), poiché politica è la posizione del governo italiano ed in particolare di Salvini (ma vale anche per il Conte degli ultimi giorni e lo stesso dicasi per la Trenta di queste ore), politico è il ruolo di Open Arms e più in generale delle organizzazioni non governative, politica è la posizione UE ed ancor più quella del governo spagnolo.

Già, il governo spagnolo.

Non senza retorica il premier Sanchez (privo di maggioranza in Parlamento allo stato, con possibile ritorno alle urne tra pochi mesi) annuncia urbi et orbi che è pronto ad accogliere la nave con i migranti, facendo sfoggio di impeccabile approccio progressista ed in perfetta sintonia con le logiche dell’accoglienza.

Peccato però che l’offerta spagnola è “tarocca” come una moneta da tre euro, per il semplice fatto che l’indicazione ufficiale è per il porto di Algeciras, nel golfo di Gibilterra, a sette giorni di navigazione (soluzione subito giudicata tecnicamente irraggiungibile dal comandante delle Open Arms).

Ma come? Tu, governo spagnolo, guidato dal più promettente e giovane leader della sinistra europea, vuoi aiutare i migranti e avendo a disposizione dozzine di porti più vicini (tra cui quello di Barcellona, che dispone di ben 9 terminal) ne indichi uno lontanissimo, ben sapendo che mai e poi mai la tua offerta sarà accolta?

Certo, la Spagna fronteggia da sola la rotta occidentale dei migranti, questo va riconosciuto (e non a caso anch’essa lamenta scarsa solidarietà europea, avendo accolto quest’anno già molte più persone dell’Italia). Ma la verità va detta nuda e cruda. Ong e fronte progressista di tutta Europa (che sono la stessa cosa o quasi) desiderano giocare (e vincere) la partita in Italia, perché qui è forte il fronte opposto, quello sovranista guidato dal nemico giurato Salvini.

Qui possono fare politica, qui possono sconfiggere le destre, qui possono indicare al mondo una strada diversa da quella che appare vincente nelle urne elettorali. E allora diciamolo forte e chiaro: sulla pelle dei migranti si sta giocando una feroce battaglia politica, che non prevede esclusione di colpi.

Va un grazie a Pedro Sanchez, che lo ha reso definitivamente chiaro.

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