Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Brexit, accordo trovato! Anzi no. Westminster rovina la festa a Johnson

Una festa a metà. Il premier britannico Boris Johnson e il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker hanno dato l’annuncio con un comunicato: c’è l’accordo per la Brexit. Già nella giornata di ieri era nell’aria una svolta nei negoziati fra Londra e Bruxelles.

Complici i passi avanti del premier conservatore verso le richieste perentorie avanzate dall’Ue. Tre soprattutto: l’impegno del Regno Unito a non fare concorrenza sleale nel mercato dell’energia sostenibile e dei diritti dei lavoratori una volta terminati i tre anni di transizione, l’inclusione dell’Irlanda del Nord nel meccanismo di emergenza per evitare una frontiera con la Repubblica irlandese (il cosiddetto backstop) e il diritto di veto sul suo rinnovo all’intero parlamento nordirlandese.

“Dove c’è volontà, c’è accordo” ha esultato Juncker su Twitter. “Abbiamo un grande nuovo accordo che ci restituisce il controllo” gli ha fatto eco Johnson. Al coro di esultanze si sono uniti gli altri protagonisti delle estenuanti trattative triennali. È il caso del capo negoziatore dell’Ue, il francese Michel Barnier. “La Brexit è una scuola di pazienza” ha sospirato in conferenza stampa questa mattina. Un nodo che sembrava difficile da districare si è sciolto, ha spiegato. Anche se sul destino del nuovo accordo il francese si è definito “cauto”.

Il testo che in queste ore sta passando di mano in mano fra capi di Stato e governo europei pronti a riunirsi per il Consiglio Europeo nel pomeriggio deve infatti superare più di un banco di prova e non è detto che ce la faccia. Il primo è per l’appunto il voto dei leader europei questo pomeriggio. “Ci potrebbe essere un endorsement politico, ma in assenza di un testo legale definitivo il Consiglio europeo potrebbe limitarsi a una dichiarazione politica e posticipare la decisione” spiega Antonio Villafranca, co-direttore del Centro per l’Europa e la Governance globale dell’Ispi (Istituto degli studi per la politica internazionale).

Il secondo punto interrogativo pende su Westminster. Esultanze a parte, Johnson sa che non sarà una passeggiata far votare il nuovo accordo alla House of Commons. Gli unionisti nordirlandesi del Dup sono sul piede di guerra contro il premier per le concessioni fatte a Bruxelles. Questa mattina hanno diramato un duro comunicato dichiarando che non sosterranno l’accordo. E anche dopo l’annuncio del raggiungimento di un’intesa i maggiorenti del partito hanno chiarito che la loro posizione non cambia. Un bel guaio in vista del voto a Westminster previsto per sabato. Gli unionisti sono dodici e a loro si unirà una manciata di conservatori. Tanto basta per far traballare l’esile maggioranza su cui Johnson può contare in Parlamento.

In queste ore si inseguono appelli nell’una e l’altra direzione per scongiurare o augurare l’ennesimo stop dei Comuni che costringerebbe il premier a chiedere una nuova proroga per superare la scadenza fissata il 31 ottobre. Così un brexiteer di ferro come il leader della Camera dei Comuni Jacob Rees Mogg invita il Dup a dire sì all’accordo, mentre i leader dei socialisti Jeremy Corbyn chiede di dare ai cittadini “l’ultima parola” con un referendum.

“L’accordo è positivo e per nulla scontato, negli ultimi giorni avevamo registrato aperture inedite da Johnson – spiega Villafranca – anche se superare il test di Westminster non sarà facile. C’è un gruppo di conservatori recalcitranti pronti ad affiancare il Dup nella bocciatura. In quel caso Johnson dovrebbe scrivere un’altra proroga”. A dire il vero il nodo Iva è tutt’altro che risolto per gli unionisti nordirlandesi, dice l’esperto: “Con il nuovo accordo l’Irlanda del Nord rimane formalmente nell’unione doganale con il Regno Unit ma dovrebbe applicare dazi e regolamentazioni dell’Ue. Si creerebbe così una situazione diversa fra Irlanda del Nord e Repubblica irlandese, che è esattamente quel che gli unionisti hanno chiesto di evitare”.

×

Iscriviti alla newsletter