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Ripensare la plastica, ma senza far scappare le imprese. La sfida dell’Italia

Mentre il governo studia il modo per ammorbidire la tassa sulla produzione di plastica, politica, esperti e istituzioni si sono riuniti alla Camera in occasione del convegno Rivoluzione plastica. Tra i convenuti a Montecitorio, il vicepresidente della Camera, Ettore RosatoEnrico Giovannini, portavoce Asvis, Gianni Girotto, presidente della commissione Industria del Senato, Alessandro Bratti, dg dell’Ispra, Roberto Morassut, sottosegretario all’Ambiente e Chiara Braga, deputata Pd alla commissione Ambiente e coordinatrice dell’intergruppo parlamentare sullo sviluppo sostenibile (qui l’intervista rilasciata ieri a Formiche.net).

PLASTIC TAX, LAVORI IN CORSO

Il là ai lavori lo ha dato lo stesso Morassut, che contrariamente al programma, ha parlato per primo. Naturalmente il tema non poteva che essere la tassa sulla plastica, misura che ha mandato su tutte le furie l’industria di settore. Ma il governo, almeno a sentire il sottosegretario all’Ambiente, è aperto a modifiche. “La plastic tax è presente in tutta Europa, si è deciso di applicarla in Italia. La misura andrà modulata, e andranno accentuati gli aspetti che ne definiscono l’obiettivo principale per non incidere sui comportamenti virtuosi ma su quelli negativi”.

La tassa, ha ricordato Morassut, colpisce i materiali monouso e usa e getta. “Lavoreremo per rimodularla sia per il tasso di incidenza che per il perimetro di incidenza. L’imposta esclude già le plastiche compostabili e alcuni settori come la sanità. Stiamo discutendo con tutti, comprese le imprese che si occupano di imballaggi, si può fare meglio tutti, si può lavorare per aumentare investimenti per sostenibilità, e chi farà questo non potrà certo essere punito”.

UNA LEGGE ALL’ANNO SULLA SOSTENIBILITÀ

Un altro intervento degno di nota è stato quello di Enrico Giovannini, ex ministro del Lavoro e presidente dell’Istat, oggi portavoce dell’Asvis. Giovannini ha essenzialmente ribadito due concetti. Primo, “il Paese deve dotarsi il prima possibile di una legge annuale sulla sostenibilità. Senza di essa è difficile pensare di imprimere una svolta sostenibile al Paese”. Secondo, “dobbiamo decidere dove vogliamo essere nel 2030 e ragionare con un pensiero e una visione integrata e sostenibile”. In questo senso, un appello ad approvare al più presto il disegno di legge Salvamare, così da promuovere ricerca scientifica, riciclo e produzione di materiali meno impattanti”.

IL PROGETTO DI BASF

Le buone intenzioni però, non possono bastare senza una pronta risposta dell’industria. Industria che, almeno ad esaminare il caso di Basf, rappresentata per l’occasione di Filippo Di Quattro, una risposta in chiave sostenibilità sta provando a darla. L’azienda tedesca (qui l’intervista al ceo di Basf Italia, Andreas Riehemann) ha messo a punto un progetto di riciclo chimico della plastica grazie al quale gli stessi rifiuti plastici vengono trasformati in gas da utilizzare per l’industria chimica.

LE CRITICHE DELLA LEGA

Tornando a l’asse portante del convegno, la tassa sulla plastica, critiche sono arrivate dal presidente della commissione Ambiente della Camera in quota Lega, Alessandro Manuel Benvenuto. “Trovo questa tassa come un modo per fare cassa, dobbiamo far sì che il governo capisca che sì serve una rimodulazione ma non in questi termini. Il mercato non è pronto a una tassa sulla plastica”, ha spiegato. Certamente “oggi la plastica è considerata una specie di male oscuro, ma non credo che la plastic tax sia la strada, almeno adesso. Ci deve semmai essere da parte del produttore, ma anche dalla politica, delle campagne che sensibilizzino all’uso della plastica ma che non la facciano passare come il male. Questo Paese è fin troppo abile nel far scappare le imprese attraverso simili mezzi. Io dico sì a maggiore attenzione alla plastica ma senza allontanare aziende e sviluppo dal Paese”.

Un attacco frontale alla plastica tax è arrivato anche da Claudia Porchietto, deputata della commissione Attività produttive. “Si tratta solo di un tappabuchi per sostenere questa manovra, noi voteremo sempre contro la tassa. Semmai il Parlamento avrà voglia di parlare di sostenibilità, noi ci saremo. Mi chiedo che senso abbia forzare le aziende e che senso ha, dall’altra parte, applicare la plastic tax su prodotti che la Ue non sottoporrà a divieto?”

Ai microfoni di Formiche.net poi Benvenuto chiarisce la sua posizione, al termine dei lavori. “In questo momento e per come è scritta la plastic tax butta dentro il calderone tutti i polimeri, l’intero comparto plastica. Fatto così sembra solo un modo per fare cassa, senza aiutare l’ambiente. Non serve a niente. E l’Italia non può permettersi di farsi scappare altre aziende, proprio nel momento in cui stiamo facendo di tutto per trattenere Mittal su Ilva. L’Italia è tra i primi produttori di plastica, questa norma colpirà con effetti gravissimi un’industria gigantesca”.

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