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Vi racconto la primavera dei rapporti Italia-Germania. Parla Kanter (Kas)

Dall’immigrazione alla crisi libica passando per la Nato e le tensioni commerciali con gli Stati Uniti, sono diversi i punti di contatto emersi dal bilaterale fra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e la cancelliera Angela Merkel a villa Pamphili. Siamo in una fase di inedito allineamento fra Roma e Berlino, spiega a Formiche.net Caroline Kanter, direttrice della Fondazione Konrad Adenauer, che può cambiare gli assetti europei.

Kanter, un bilancio dell’incontro?

È stato un incontro importante per entrambe le parti. Merkel è uno dei primi capi di governo a visitare il nuovo governo italiano dopo soli due mesi, un gesto non secondario.

Sembra ci sia sintonia fra Roma e Berlino.

Sicuramente oggi c’è sintonia sulla gestione del fenomeno migratorio. Roma e Berlino sono al lavoro per una soluzione che coinvolga l’intero contesto europeo. Entrambe si sono fatte carico dell’accoglienza e delle operazioni di riconoscimento dei migranti e hanno lavorato insieme in questi mesi.

Si è parlato di Libia. La Merkel ha lodato gli sforzi italiani.

Non sono sorpresa. La Germania vuole un’Italia forte al Sud dell’Europa e nel Mediterraneo. L’esperienza sul campo e la rete di contatti che vanta il governo italiano sono preziose per noi e l’Europa.

Sul piano economico si è visto più di un punto di incontro.

La posizione della Germania sui temi economici e finanziari non è cambiata, è cambiato invece il contesto internazionale.

Cioè?

La crisi della competitività e il rallentamento della crescita hanno colpito sia la Germania che l’Italia, due economie molto focalizzate sull’export. Dobbiamo pensare insieme a una strategia europea per tornare competitivi a livello globale, è nell’interesse di tutti gli Stati membri.

Niente accordo sull’unione bancaria, invece.

È chiaro che su alcuni aspetti rimane una distanza, l’economia italiana e tedesca hanno due storie diverse. In questo momento la Germania attraversa un momento di stagnazione economica. Come ha spiegato la von der Leyen a Berlino, il successo tedesco dipende dal successo dell’Ue.

Sia il governo tedesco che quello italiano navigano in acque tempestose in politica interna. Questo facilita l’intesa?

È vero, i populisti e la destra hanno guadagnato terreno. Credo però sia sbagliato drammatizzare, in tutti i Paesi europei il sistema politico sta cambiando. La Germania ha chiarito di non voler serrare le porte al dialogo e di voler ascoltare le istanze con i Paesi membri che più vivono questa frustrazione verso l’architettura europea.

È parso di vedere più di una stoccata della Merkel a Emmanuel Macron, che ha definito la Nato in “morte cerebrale”. È così?

Non parlerei di frizioni fra Berlino e Parigi. Sono sorpresa dalle parole di Macron, anche se riflettono in parte una postura consolidata della Francia all’interno della Nato. Certo, in questo momento le parole andrebbero pesate. Sull’appartenenza all’Alleanza atlantica Germania e Italia sono più allineate.

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