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Gelmini dà i voti (bassi) al governo su manovra e prescrizione

Legge di bilancio e giustizia. Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera, dà i voti (bassi) al governo su due temi portanti non solo della maggioraza, ma del Paese stesso. Sul primo minaccia il ricorso dinanzi alla Consulta, mentre sul secondo dice a Formiche.net che c’era solo una cosa da fare: approvare la pdl Costa “che eliminava tout court quell’abominio”.

Sulla legge di bilancio avete minacciato il ricorso alla Corte Costituzionale. Come mai così arrabbiati?

Perché è in atto un esproprio del Parlamento. Quelli che non volevano andare a votare perché temevano che qualcuno prendesse “i pieni poteri”, quelli che l’hanno scorso hanno fatto un esposto alla Consulta contro l’approvazione della finanziaria in fretta e furia, quelli che gridavano al fascismo nella passata legislatura ogni volta che veniva posta la questione di fiducia, oggi hanno la faccia tosta di presentare alla Camera (non si sa ancora quando) una manovra blindata, sulla quale verrà posta l’ennesima fiducia.

Diranno che dipende dall’ostruzionismo della minoranza, dai troppi emendamenti e che in fondo è sempre stato fatto così…

Se lo facessero mentirebbero sapendo di mentire. Non c’è stata nessuna forma ostruzionistica. Il problema è che questa finanziaria è nata “senza intese” e che nella maggioranza hanno litigato fino all’ultimo momento, per intestarsi finti risultati; hanno fatto un vertice dopo l’altro, neanche fossimo ancora nella Prima Repubblica. Hanno detto un cumulo di menzogne e vogliono impedire a 630 deputati di esaminare, emendare e approvare la più importante legge dell’anno. È una vergogna. Gli unici precedenti sono quelli del governo Monti, che però si insediò il 16 novembre, e quello del governo Gentiloni che si insediò il 12 dicembre. Questi non hanno scuse, sono in carica da settembre e in commissione bilancio al Senato la legge è arrivata a inizio novembre, hanno cominciato a votare il 9 dicembre. Oltre un mese dopo. Ne risponderanno di fronte alla Corte Costituzionale.

Ma il ricorso del Pd dello scorso anno fu dichiarato inammissibile. Perché pensate che stavolta andrà diversamente?

Perché lo ha stabilito la stessa Corte Costituzionale. Se legge l’ordinanza per intero capirà che i singoli deputati sono legittimati a ricorrere, che quest’anno non c’è stata alcuna trattativa con l’Unione Europea che ha rallentato l’iter (che la Corte considerò un’attenuante) e che queste modalità non si dovevano ripetere.

Siete infuriati anche sulla prescrizione. Per quale motivo?

Perché fra meno di venti giorni con l’entrata in vigore dell’abolizione della prescrizione dopo il primo grado di giudizio, andiamo a dare il colpo finale alla civiltà giuridica di questo Paese. E anche in questo caso c’è stata una gravissima lesione delle prerogative del nostro gruppo parlamentare.

Per quale ragione?

Perché anche l’opposizione ha diritto ogni mese di portare in Aula un proprio provvedimento. E, data l’oggettiva emergenza, abbiamo rinunciato a tutte le altre nostre proposte, per discutere la pdl Costa, che invece non è stata inserita in calendario. In questo modo noi che rappresentiamo il secondo gruppo di opposizione non abbiamo potuto discutere nessun’altra nostra proposta.

Nel merito invece non vi convincono le garanzie date da Bonafede sul fatto che si farà la riforma per dare tempi certi ai processi?

Hanno istituito con la complicità del Pd e di Italia Viva, l’ergastolo processuale. E pensare di fare una riforma equilibrata e garantista sulla giustizia con Bonafede e i 5 Stelle, è come legiferare sulla donazione del sangue con un vampiro. Ma ci rendiamo conto che il blocco della prescrizione avverrà anche dopo una sentenza di primo grado di assoluzione? C’era solo una cosa da fare: approvare la pdl Costa che eliminava tout court quell’abominio. Ma davvero c’è qualcuno che crede che questa maggioranza troverà un punto di intesa sulla giustizia? Non riescono neanche a trovare la quadra sulla riforma delle intercettazioni.

La riforma Bonafede potrebbe paralizzare la giustizia così come prevede l’ex ministro Giulia Bongiorno?

Certo e negherà giustizia alle vittime, lascerà ‘appesi’ per anni anche coloro che sono stati assolti in primo grado: una questione che non vede d’accordo neppure molti magistrati. La stessa Anm ha sempre chiesto il blocco della prescrizione dopo una sentenza di condanna e non anche di assoluzione. E poi basta leggere le parole di Gratteri di oggi. Con il blocco della prescrizione non si risolvono i problemi della giustizia italiana.

Vent’anni fa la scomparsa di Bettino Craxi. Oggi ancora alta la tensione proprio sul tema giustizia. E poi c’è il caso Renzi che ha quasi dato ragione a Craxi. Che sintomi sono?

Renzi è in stato confusionale: non è un vero garantista. Ha fatto dimettere due ministri che non erano neppure indagati per timore di perdere consensi. Se si è garantisti, si è garantisti sempre. Su questo la sinistra ha una responsabilità enorme. Pensi che a Milano (la città che ha dato i natali a Craxi, dove io sono anche consigliera comunale) il sindaco Sala ritiene che sia sbagliato intitolare una via a Craxi perché troppo divisivo. Sulla giustizia la rinuncia al garantismo da parte della sinistra ha segnato la storia italiana e lo fa ancora oggi. Si svegliano solo quando ad essere colpiti sono loro. E anche sulla prescrizione hanno avuto un atteggiamento ipocrita. Renzi ha detto di condividere la pdl Costa, salvo poi lavarsene le mani quando si trattava di votare la procedura d’urgenza per discuterla.

twitter@FDepalo

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