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Ora il Pd apra alla società (e alle Sardine). Parla Lorenza Bonaccorsi

Stefano Bonaccini e Nicola Zingaretti, dice la sottosegretaria Pd al Mibact Lorenza Bonaccorsi a Formiche.net, hanno fatto un lavoro molto simile: intrecciando obiettivi e modus operandi sul tema della buona politica, hanno proceduto in maniera unitaria per costruire un campo progressista a livello locale e nazionale.

Le regionali emiliane come cambiano l’asse politico nella maggioranza?

Così come si diceva inizialmente che le elezioni regionali non avrebbero influito sulla tenuta del governo, in modo altrettanto coerente diciamo adesso che occorre governare bene e nell’interesse dei cittadini e del Paese. Solo questo è l’asse fondamentale del Pd, che sicuramente da questa tornata elettorale esce bene. L’attenzione non viene però distolta dall’obiettivo primario, che è quello del buon governo.

Una stabilizzazione del quadro politico in chiave bipolare è il sunto del risultato in Emilia Romagna e Calabria visto il crollo del M5s?

Senza dubbio si va in quella direzione, soprattutto dal punto di vista di due idee di Paese assolutamente diverse. Quella del Pd è l’impostazione di un partito che pensa a una società progressista, riformista e inclusiva, mentre invece dall’altra parte ci sono una serie di forze che hanno soffiato solo su odio, contrasti e divisioni. Si tratta di due visioni completamente contrapposte. Evidentemente ciò si riflette su un sistema che si polarizza su questi due grandi e diversi gruppi: un fronte europeista e un altro contrario.

Come si è intrecciato il risultato di Bonaccini con l’impronta della segreteria targata Zingaretti?

Si è intrecciato innanzitutto sul tema della buona politica e dello stare con la schiena dritta, lavorando in maniera unitaria per costruire un campo progressista a livello locale e nazionale. Quindi da questo punto di vista un lavoro molto simile.

Le sardine che ruolo hanno giocato?

Tutti hanno dato risalto al fatto che le sardine hanno dato voce contro qualcosa o contro qualcuno, mentre penso che abbiano voluto affermare un’idea e una voglia di buon governo, andando in una direzione costruttiva e non distruttiva. Sono riuscite a riportare al voto molti elettori che si erano disaffezionati, è stata una protesta che è diventata una chiamata positiva per costruire il futuro. Il contrario di ciò che hanno messo in campo gli altri, con le urla, le accuse e la delazione di chi arriva a citofonare: abbiamo assistito a episodi che gridano vendetta.

A proposito di riformismo: come farà il Pd a convivere con le pulsioni grilline dopo il caso prescrizione? C’è spazio per un nuovo accordo o è un capitolo chiuso?

Evidentemente andrà costruito un punto di incontro importante, che tenga conto delle questioni sollevate dal Pd in un’ottica di dialettica costruttiva. Una politica che faccia il bene dei cittadini e non in chiave di bandierine da piazzare sui territori. Nell’ambito di un ragionamento complessivo andranno valutate una serie di cose, tra cui anche questa, per trovare un punto di contatto e di condivisione. Solo così si affrontano le questioni.

Quale sarà la direzione del nuovo Pd? Aperto anche a movimenti come le sardine e ai voti che hanno lasciato il M5s? E in che modo?

Da questo punto di vista credo che il lavoro degli ultimi mesi sia stato importante e darà un segno auspicato in tale direzione: politiche che vanno verso la società, i cittadini e le fasce più deboli, che tengano conto dei continui cambiamenti da cui siamo stati travolti e che la politica ha rincorso, arrivando spesso e volentieri in ritardo.

twitter@FDepalo

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