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Una trivella italiana per perforare la Luna. Il contratto per Leonardo

Dopo la cometa e il Pianeta rosso, sarà la Luna a essere perforata da una trivella italiana. L’Agenzia spaziale europea (Esa) ha affidato oggi a Leonardo la realizzazione di Prospect, lo strumento che permetterà di scavare la superficie lunare nell’ambito della missione Luna-27. Targata Esa e Roscosmos (l’agenzia russa), con il supporto dell’Asi e dell’omologa britannica, la missione valuterà come sfruttare in futuro le risorse lunari. Per l’azienda di piazza Monte Grappa il contratto vale 31,5 milioni di euro e segue quello assegnato nel 2016 per la progettazione del modello di sviluppo. Ora si passa alla progettazione definitiva.

GLI STRUMENTI…

Prospect sta per “Package for resource observation, in-situ analysis and prospecting for exploration commercial exploitation and transportation”. Il complicato nome indica la funzione dello strumento: analizzare la Luna per offrire dati utili a future missioni di trasporto e sfruttamento commerciale. Prospect andrà dunque alla ricerca di ghiaccio, sostanze volatili e chimiche sotto la superficie, nelle regioni polari meridionali della Luna, lì dove le temperature estremamente fredde (fino a 150 gradi centigradi sotto lo zero) possono aumentare le probabilità di trovare tracce di acqua. Lo farà attraverso due elementi: ProSEED, cioè la trivella; e ProSPA, un mini laboratorio con una suite di strumenti scientifici. Il sistema perforerà dunque il suolo della Luna fino ad una profondità di un metro, prelevando campioni da distribuire agli strumenti scientifici a bordo per l’analisi.

…E I PRECEDENTI

Leonardo può vantare su questo l’esperienza acquisita in altri importanti programmi internazionali. La missione spaziale Rosetta, che dal 2014 al 2016 andò a caccia di comete, aveva a bordo il lander Philae, dotato di una trivella italiana per estrarre campioni finalizzati a studiare l’origine del sistema solare. Un drill di Leonardo sarà a bordo anche della missione ExoMars 2020, in partenza nei prossimi mesi. Per la prima volta nella storia, la trivella scaverà la superficie del Pianeta rosso fino alla profondità di due metri, alla ricerca di tracce di vita. Progettata per funzionare in condizioni estreme, a una temperatura di 80 gradi sotto zero, raccoglierà circa venti campioni di roccia.

GLI OBIETTIVI…

Per Luna-27 le ambizioni sono leggermente diverse. “Sulla Luna – ha spiegato David Parker, direttore dell’Esplorazione per l’Esa – ci sono vaste regioni inesplorate; la trivella Prospect permetterà agli scienziati di conoscere meglio il terreno e preparare missioni in cui il suolo lunare potrà essere utilizzato, ad esempio, per creare ossigeno o combustibile”. Per l’azienda di piazza Monte Grappa, ha aggiunto Marco De Fazio, deputy managing director della divisione Elettronica e responsabile della business unit Electronics Italy, “il contratto per lo sviluppo e la realizzazione di Prospect è un’ulteriore dimostrazione delle capacità ingegneristiche e di progettazione di Leonardo nei sistemi spaziali complessi”. Una leadership che “passa anche dallo stabilimento di Nerviano – ha rimarcato – dove nascono strumenti come l’orologio atomico, sistemi robotici e pannelli fotovoltaici con applicazioni quali l’esplorazione spaziale, l’osservazione della Terra e sistemi di navigazione”.

…E IL PROGRAMMA

La prima missione (Luna-25) dovrebbe partire nell’estate del 2021. Porterà sulla superficie lunare una sonda, incaricata di catturare immagini del terreno utili per successivi allunaggi ad alta precisione. Due anni dopo partirà Luna-26, sonda orbitante che, dall’orbita lunare, effettuerà misurazioni scientifiche e fungerà da possibile trasmettitore di comunicazioni. Passerà un altro anno prima di Luna-27, diretta verso il polo sud del satellite naturale, lì dove puntano anche Stati Uniti e Cina per le rispettive missioni di esplorazione, robotica e umana.

LE MISSIONI USA…

Sono d’altra parte molteplici le missioni dirette verso la Luna. Spicca il programma Artemis della Nasa su cui anche l’Italia è pronta a salire a bordo (qui un approfondimento). La tabella di marcia degli Stati Uniti è ambiziosa, con l’obiettivo di far tornare l’uomo (e far arrivare la prima donna) entro il 2024 su spinta del presidente Donald Trump. In realtà, il programma è più ampio. Si inizierà con il Lunar Gateway orbitante, fino alla presenza stabile sulla Luna da cui eventualmente partire verso Marte. Il progetto si inserisce nei binari della competizione a tutto tondo con Pechino.

…E CINESE

Non a caso, il programma Artemis è stato presentato dagli Usa poco dopo il lancio della sonda cinese Chang’e-4, la prima nella storia a essersi, un anno fa, sul lato nascosto della Luna. Nell’ambito di quella stessa missione, a maggio 2018 era partito il satellite Queqiao, necessario per garantire le comunicazioni tra la sonda e la Terra. Dovrebbe partire quest’anno (in leggero ritardo) la missione Chang’e-5 con l’obiettivo di raccogliere e riportare a Terra campioni di superficie lunare. Intorno al 2023 sarà poi la volta della missione Chang’e-6, anch’essa con l’obiettivo di raccogliere campioni di superficie (anche grazie al contributo francese), anticipando la Chang’e-7 che dovrebbe fare da apripista per il successivo arrivo di taikonauti. Su questa missione, Cina e Russia hanno siglato un’intesa lo scorso settembre.

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