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La legislatura? È legata a Conte. Piero Ignazi dà i voti (bassi) al governo

Per adesso non c’è modo di essere soddisfatti del governo, dice a Formiche.net il prof. Piero Ignazi, uno dei politologi più prestigiosi del nostro Paese. Il riferimento è non solo ai dossier interni (“l’attività è molto modesta e la legislatura è legata a Conte”) ma anche al fronte internazionale, con la crisi libica che preoccupa. Ma Ignazi analizza anche la strategia del Segretario del Pd Nicola Zingaretti e le mosse renziane.

La legislatura dopo le regionali è salva. Anche Conte?

Secondo me la legislatura è inevitabilmente legata a Conte, quindi senza il premier non andrà avanti. Le due cose stanno insieme.

Pensa che il premier possa rischiare l’effetto Letta, quando l’allora premier dem fu disarcionato da Renzi?

Non vedo affinità tra i due scenari. Siamo in un altro mondo. Mi sembra che quello fosse un altro schema, vissuto tutto all’interno del Pd e causato da una competizione mescolata al desiderio di affermazione di Renzi che, come si può vedere, c’è ancora. Ma non è più possibile quella tipologia.

Quale la maggiore debolezza dell’esecutivo?

Non tanto la frammentazione del M5S ma la sua liquefazione: questo il problema di un partito totalmente incapace di reggere i compiti che si è assunto. Sta ora pagando le conseguenze di scelte fatte senza idee, leadership, programmi e competenze. Lo può salvare solo il ritorno di Grillo, ma più passa il tempo, meno è verosimile o facile.

La prescrizione è una mina posizionata nel cuore dell’esecutivo?

Francamente è un problema “ridicolo”, perché non riguarda nessuno dei cittadini. È una questione di cui si discute in un modo che mi lascia esterrefatto. Vedo troppa enfasi su questo problema e credo che la maggior parte dei cittadini non ne sia assolutamente interessata.

Il vicepresidente del Csm Ermini chiede di evitare gli ultimatum sul tema. Ha ragione?

Probabilmente ci sarà qualche accordo, ma il problema è che al momento convivono posizioni irragionevoli da tutte le parti. Mi sembra una grande bolla di sapone. Per un Paese come il nostro di legulei, dove abbiamo più avvocati di Francia e Germania, è fondamentale far risaltare questo tema come se fosse il nodo principale. Ed è chiaro che gli avvocati ci perderanno da oggi in poi.

La rotta imposta al Pd da Zingaretti in alleanza col M5S, al netto di questi sei mesi, la convince?

Non ne vedo altre, dopo che obtorto collo ha accettato di andare al governo, come chiedevano a gran voce, da un lato il suo predecessore alla guida del Pd e oggi alla guida di IV e, dall’altro, vari soggetti internazionali. Zingaretti non aveva altra scelta che l’alleanza con i grillini. Se si fosse andati ad elezioni, ovviamente sarebbe stato tutto un altro gioco, ma avendo dovuto accettare ciò che tutto il mondo gli chiedeva, è stata quella la strada obbligata.

Sul Corriere della Sera di oggi Massimo Franco parla di “culturismo politico” per la politica che pianta bandierine identitarie ma si sottrae al dovere di governare. Crede che il governo sia fermo?

Per adesso non c’è modo di essere soddisfatti del governo: l’attività è molto modesta, con anche il fronte libico a preoccupare. Il mio voto per l’attività dell’esecutivo è molto basso.

ItaliaViva ancora ieri ha dato un ultimatum al governo: la coalizione cosa rischia?

Sappiamo che l’interesse di Renzi è di natura essenzialmente personale, come sempre, quindi valuterà se proprio quell’interesse lo farà restare al governo per influenzarne le nomine, oppure se penserà sia opportuno staccare la spina con un appoggio esterno. O forzare la mano proponendo un cambio, a mio avviso impossibile, del Presidente del Consiglio. Queste le scelte che Renzi può fare, valutandone i vantaggi.

twitter@FDepalo

 

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