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Coronavirus, occhio ai nostri dati sensibili. L’appello di Fiorini (FI)

L’emergenza del coronavirus è globale. Nel mondo ci sono circa 8000 contagiati certi, mentre il bilancio dei morti è di 170 in Cina. Secondo The South China Morning Post, in Europa ci sono 13 contagi, di cui 2 in Italia.

Su proposta del premier Giuseppe Conte, il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria per sei mesi e ha deliberato lo stanziamento dei fondi necessari all’attuazione delle misure precauzionali. La misura è prevista dalla normativa vigente, al fine di consentire l’emanazione delle necessarie ordinanze della Protezione Civile.

L’allarme è arrivato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria globale. Un annuncio opportuno per mantenere alta l’attenzione, vista la velocità con cui si sta diffondendo il virus in tutto il pianeta, come ha spiegato a Formiche.net la deputata di Forza Italia, Benedetta Fiorini.

“Ma non bisogna, a mio avviso, diffondere allarmismo – prosegue la parlamentare -. Il coronavirus, al momento, registra pochi casi in Europa, due in Italia. Non ci sono vittime fuori dalla Cina e tutti i Paesi occidentali stanno prendendo le dovute e adeguate contromisure per controllare l’emergenza”. Secondo lei, “ovviamente, quello che diciamo e sappiamo adesso potrà essere superato dai fatti già fra qualche ora. È una situazione quindi da tenere monitorata minuto per minuto con molta attenzione da parte di tutti”.

Fiorini considera che le istituzioni sanitarie si stanno muovendo bene: “Ciò che mi preme sottolineare è che tutti dobbiamo fare la nostra parte con responsabilità e che non ci possono essere divisioni, men che mai politiche. Occorre lavorare tempestivamente insieme, e collaborare tutti, per gestire l’emergenza e per arginare i danni”.

Un’azione tempestiva, non solo dall’Italia. La parlamentare considera necessaria una risposta unitaria e veloce da parte dell’Europa, che anche in questa occasione “conferma la sua inconsistenza e la sua lentezza burocratica”. Occorre infatti istituire un comitato di emergenza per prevenire e difenderci, con una strategia comune, dal coronavirus. Mentre dalla Cina, invece, si aspetta finalmente più trasparenza, giacché la situazione iniziale non è stata gestita nei migliori dei modi.

Sul rischio che in questa situazione di emergenza si possano fornire dati sensibili al governo cinese, la deputata è netta: “In tema di sicurezza nazionale, quando si parla di Cina pensiamo ad esempio al controllo dell’infrastruttura 5G, i Paesi occidentali si stanno preoccupando, giustamente, del pericolo dello strapotere cinese e delle conseguenze che esso comporterebbe qualora divenisse il controllore dei nostri dati sensibili. Non vorremmo che questo pericolo ci possa essere e si possa celare dietro al coronavirus, attraverso la consegna alla Cina dei dati clinici, compreso il materiale biologico, dei cittadini occidentali quindi mi auguro che anche su questo tema ci sia lo stesso livello di attenzione”.

Fiorini crede che in campo scientifico e sanitario, è giusto e doveroso condividere le informazioni, anche con Pechino, “ma poi bisogna vedere come queste informazioni vengono utilizzate. La salute dei cittadini è un dato sensibile e sarebbe paradossale se tenessimo tale dato coperto dalla privacy in Italia, ma poi lo dessimo alla Cina che ne potrebbe fare ciò che vuole. Non sto dicendo che c’è un’intenzione cinese in tal senso, ad un uso improprio dei dati, sto dicendo però che questa è un’ipotesi realistica e che bisogna evitare assolutamente che si concretizzi. Bisogna sviluppare una maggiore consapevolezza in tema di sicurezza e di cyber security a tutti i livelli”.

Comunque, gli effetti del coronavirus non riguardano soltanto la sicurezza sanitaria, visto il peso della crescita cinese nell’economia globale. “La Cina, senza alcun dubbio, potrebbe avere una pesantissima ricaduta negativa in termini di crescita – spiega Fiorini -, ma nei mercati ormai totalmente globalizzati, la crisi di un colosso mondiale, come quello cinese, avrebbe ripercussioni negative anche per tutte le altre economie. In Italia ci sono molti settori che potrebbero risentire di questa crisi specialmente se dovesse diventare globale. I primi comparti a soffrirne sarebbero certamente il turismo, la ristorazione, il commercio, la moda, ma anche tutte le nostre imprese. Su questo il governo deve intervenire con efficacia e velocità. Noi abbiamo fatto già sapere che sosterremo ogni iniziativa utile a salvaguardare la nostra economia e i nostri imprenditori”.

Su un altro focolaio epidemico, quello della meningite (che per alcuni esperti si tratta di una “bomba ad orologeria” in Italia), la deputata invita ad evitare allarmismi: “Rispetto a 30 o 40 anni fa la maggior parte degli italiani, e dei bambini in particolare, è vaccinata. Ci sono casi di meningite, ma mi sembra che siano tutti sotto controllo. Oltre al lavoro dei medici e delle strutture sanitarie, occorre una corretta e puntuale informazione in modo che i cittadini possano avere coscienza dei pericoli veri, senza incorrere quindi in fake news, e seguire le opportune norme di profilassi e di difesa. Invitiamo anche i media a continuare ad avere un atteggiamento responsabile nella divulgazione delle informazioni al fine di evitare che si alimentino pericolose psicosi”.

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