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La prescrizione va cambiata, ma Renzi non lavori con l’opposizione. Parla Verini (Pd)

Abbiamo il dovere di essere coalizione, senza pensare a piantare bandierine identitarie come fatto da ItaliaViva e M5s. Solo in questo modo si possono riempire di contenuti i 17 mesi che mancano al semestre bianco. È la strada che indica alla maggioranza Walter Verini, responsabile giustizia del Pd dopo il vertice di ieri sulla prescrizione (che “andrà cambiata radicalmente”). E a Matteo Renzi dice che…

Ieri Zingaretti ha sferzato Conte (“deve capire che non è rinviando che si risolvono i problemi”) ma oggi lo incensa (“è punto di riferimento dei progressisti”). A chi tocca dunque mediare per fare sintesi?

La sintesi si trova partendo da un principio: si vuole governare assieme per migliorare questo paese? Se tutti rispondono di sì, allora tutti coloro che sostengono il Governo hanno il dovere di essere coalizione e di ragionare come una coalizione.

Ovvero?

Basta bandierine identitarie o punti pregiudiziali: bisogna incontrarsi come abbiamo fatto sulla prescrizione. Questa è la precondizione.

E dopo?

Dopo quel sì bisognerà declinare le priorità. Per noi del Pd sono la crescita, il lavoro, la lotta alle disuguaglianze, la riconversione verde della nostra economia, il futuro della scuola, la legalità e la lotta alle mafie. Sono conscio che altri avranno altre priorità, ma cerchiamo di metterle assieme e fare sintesi. Questo occorre fare, per dare futuro non solo al governo ma anche al Paese.

Il ministro della Giustizia Bonafede giudica una provocazione il lodo Annibali. Che ne pensa?

Per troppe settimane abbiamo avuto delle rigidità opposte, che hanno impedito fino a qualche giorno fa un dialogo più sereno e nel merito. Una di esse era rappresentata dallo stesso Bonafede che considerava intoccabile la sua riforma, che lui aveva votato con la Lega. Invece noi la giudicammo così com’era, sbagliata e anche di sospetta incostituzionalità. Essendo cambiato il governo e venuta a galla la protesta dell’avvocatura e di buona parte della magistratura, abbiamo fatto presente al Guardasigilli che lo schema è cambiato: non è più ministro con Salvini e ora dovrebbe farsi carico delle ragioni dell’attuale coalizione. Per cui questa riforma bisogna cambiarla radicalmente.

Bonafede ha cambiato postura?

Abbiamo ottenuto un accordo che cambia in maniera significativa la sua riforma e finalmente si comincerà da lunedì a ragionare su come far durare i processi in tempi ragionevoli. Ma a fronte di questa rigidità che non c’è più, ne è sorta un’altra: quella di Matteo Renzi e di ItaliaViva che anziché ammettere di aver ottenuto dei risultati, seppur parziali, mantengono un’ulteriore fermezza e lavorano con l’opposizione per mettere in difficoltà il governo. Non so se sia una provocazione o meno, sono certo che è un modo profondamente sbagliato di stare in maggioranza. Ho un sospetto: che Renzi pensi troppo a se stesso. Conosce solo il pronome personale “io” e non il “noi” e cerca visibilità mettendo a repentaglio non tanto il Pd o il governo, ma il Paese.

Perché secondo il Pd destabilizzare Conte aprirebbe a scenari peggiori?

Potrebbe aprire la porta a ciò che c’era prima: qualcuno usa il tema della giustizia sbandierando il garantismo, altri lo hanno usato in termini giustizialisti. Due opposti estremisti. Un conto sono le garanzie da rispettare, altro il garantismo finto. Cosa potrebbe succedere di peggio? Un po’ quel film lo abbiamo già visto: non vorremmo che Salvini e la sua destra pericolosa tornassero al governo. Perché è colui che ha detto di “voler buttare via la chiave”, per far “marcire la gente in galera”. Salvini è quello che bussa ai citofoni, che fa la caccia all’uomo: altro che garantismo. Questo è il rischio che non vogliamo correre perché quelle forze speculano sulla sicurezza, usata come una clava per lucrare sui consensi.

Come riempire di contenuti i 17 mesi che mancano al semestre bianco, parafrasando il ministro Boccia?

In Italia c’è anche chi pensa non solo al proprio destino politico ma a quello del paese. Dobbiamo decidere, al netto del nostro debito pubblico e delle nostre difficoltà strutturali, come dare ulteriori misure di sosteno alla crescita e alle imprese, per creare lavoro e invertendo il rischio stagnazione. Lavoriamo per aumentare la lotta alla povertà: abbiamo iniziato con la manovra, nel campo sanitario e del cuneo fiscale. Significa coraggio. Così e solo così si riempiranno quei 17 mesi.

twitter@FDepalo

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