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Così la Nato si schiera contro la pandemia. E l’Italia c’è

La Nato è compatta nell’affrontare il Covid-19 in tutti i suoi aspetti, offrendo capacità alle autorità civili, mantenendo il compito di difendere i trenta Stati membri da minacce complesse e contrastando la disinformazione volta a erodere l’unità transatlantica. È il messaggio che hanno lanciato oggi i ministri della Difesa dell’Alleanza Atlantica, convocati in videoconferenza dal segretario generale Jens Stoltenberg per capire come potenziare ulteriormente il contributo delle strutture Nato nell’emergenza da Covid-19. Anche l’Italia, con Lorenzo Guerini, ha portato il suo messaggio: dopo gli aiuti ricevuti, il Paese è pronto a offrire l’esperienza maturata agli alleati nell’ambito di un rinnovato sforzo di pianificazione comune.

LA NATO CONTRO IL COVID-19

L’agenda dell’incontro era piuttosto semplice, anticipata alla vigilia da Stoltenberg e riassunta in un unico punto “il Covid-19”. Un tema da declinare in tre diverse accezioni: massimizzare il contributo dell’Alleanza nell’affrontare l’emergenza; garantire la prontezza operativa della Nato per i suoi compiti abituali (compresi gli impegni all’estero), visto che le minacce non hanno perso intensità, e contrastare la dilagante disinformazione che ha riguardato gli aiuti ai Paesi membri, finiti nelle maglie della propaganda di Cina e Russia con l’obiettivo di erodere l’unità transatlantica. Di questo hanno discusso i ministri della Difesa, convocati da Stoltenberg a sole due settimane (invece dei consueti due mesi) dalla riunione dei colleghi degli Esteri proprio per ricalibrare il ruolo della Nato contro il coronavirus.

LA SPINTA

Nel vertice precedente, Luigi Di Maio e colleghi avevano incarico il massimo vertice militare dell’Alleanza, il Saceur Tod Wolters, di identificare le capacità in surplus da mettere a disposizione delle autorità civili. Già dalla settimana precedente, su richiesta di Italia e Spagna, era stato attivato il Centro di coordinamento in risposta ai disastri (Eadrcc). Prende in carico le domande di aiuto (equipaggiamenti, respiratori, mascherine) e le passa agli alleati disponibili che offrono assistenza su base bilaterale, come fatto da Stati Uniti, Repubblica Ceca e Turchia in favore dell’Italia.

LE CAPACITÀ DELL’ALLEANZA

I ministri della Difesa hanno oggi ribadito la linea: massimizzare le competenze dell’Alleanza in supporto delle autorità civili. Si tratta soprattutto di sfruttare le capacità nel campo della logistica e del trasporto rapido di carichi pesanti (iniziativa Rapid air mobility), sfruttando le vie agevolate che i meccanismi di controllo del traffico aereo garantiscono ai velivoli dell’Alleanza. Su questo, il generale Wolter ha aggiornato i ministri su come potenziare il ruolo della Nato. La parola d’ordine, ha spiegato Stoltenberg in conferenza stampa, è “coordinare le capacità”, visto che “tutti gli alleati sono colpiti dal virus, ma non allo stesso modo e nello stesso momento”. Vuol dire che chi offre aiuti oggi, li riceverà domani, con disponibilità crescenti fornite dai ministri della Difesa.

IL PUNTO DI GUERINI

L’Italia per ora ha ricevuto, ed è per questo che Guerini ha ringraziato i colleghi nel corso del suo intervento. “Le nostre Forze armate stanno svolgendo, dall’inizio dell’emergenza, una funzione determinante in supporto alle autorità civili”, ha spiegato, ricordando i circa trentamila militari impegnati su tutto il territorio nazionale per questo scopo. Sul contributo della Nato, ha aggiunto, “abbiamo spesso sottolineato come la credibilità stessa dell’Alleanza passi dalla sua capacità di adattarsi a minacce e situazioni diverse; la Nato dispone di una capacità pressoché unica di pianificazione che deve essere sfruttata a pieno”.

IL RUOLO DELL’ITALIA

L’Italia è comunque anche pronta a restituire il supporto ricevuto, nell’ambito della task force affidata al generale Wolters. Si parte da un “Piano avanzato di risposta alla crisi pandemica”. Come notato da Guerini, “consentirà di standardizzare le procedure e individuare le capacità disponibili tra gli alleati”. Da parte sua, ha rimarcato il ministro, “l’Italia è pronta a dare il suo contributo: abbiamo ricevuto tanti aiuti e vogliamo fare la nostra parte, rendendo disponibile la capacità di trasporto aereo in biocontenimento”, competenze d’eccellenza dell’Aeronautica militare. Il tutto con una nuova “strategia comunicativa”, ha spiegato Guerini, con l’obiettivo di “mostrare con decisione la nostra capacità di reagire e sostenerci in ogni situazione”. Si tratta di “valorizzare i contributi e la cooperazione in seno all’Alleanza”, un modo per rispondere ai potenti canali della propaganda di Mosca e Pechino sulla geopolitica degli aiuti.

L’INTESA CON L’UNIONE EUROPEA

“In ogni caso – ha spiegato Guerini – considerata la tipologia di questa crisi, un’azione non solo coordinata, ma anche unitaria con l’Unione europea è assolutamente necessaria”. È anche per questo che, come di consueto, alla ministeriale ha preso parte anche l’Alto rappresentante dell’Unione europea Josep Borrell. Oggi, il Servizio per l’azione esterna dell’Unione europea (Seae) da lui guidato ha annunciato la creazione di una task force per supportare e facilitare lo scambio d’informazioni fra Forze armate dei Paesi membri, tutte in prima linea nei rispettivi territori contro il Covid-19. L’avvio della task force segue quanto deciso lo scorso 6 aprile dai ministri della Difesa dell’Ue, determinati ad avviare lo stesso coordinamento che è abituale nel contesto Nato. Non è un caso che l’iniziativa del Seae si muova “in stretto coordinamento” con l’Alleanza, con l’obiettivo di fornire agli Stati membri un punto di contatto (dotato di piattaforma online, per condividere richieste, best practice e altre informazioni rilevanti in risposta alla crisi.

LE MINACCE DA AFFRONTARE

Nel frattempo, proseguono tutti gli altri compiti della Nato. “Le minacce sono complesse”, ha detto Stoltenberg. “Le condizioni di sicurezza in Iraq e Afghanistan restano fragili”, mentre “resta forte la pressione delle attività militari russe”, ha rimarcato il segretario generale. Lo stesso messaggio è arrivato da Guerini: “L’emergenza Covid non potrà che esacerbare le situazioni di instabilità; dobbiamo perciò ribadire l’importanza e la continuità del nostro impegno per non vanificare gli sforzi fin qui profusi”. In particolare, in Afghanistan, ha notato il ministro, “il processo di riduzione della presenza di forze straniere dovrà avvenire nella massima trasparenza e condivisione delle informazioni, tenendo conto delle condizioni sanitarie ed economiche del Paese; l’Alleanza dovrà dimostrare di saper continuare a operare per non consentire ad attori che perseguono obiettivi a noi sfavorevoli di occupare eventuali vuoti”.

I TIMORI PER I BUDGET

Per il post-emergenza, resta poi il dubbio sull’impatto che la crisi economica avrà sui budget della Difesa dei vari Paesi membri, nel timore che i bilanci pubblici vedano contrazioni importanti e producano un generale passo indietro rispetto agli ultimi anni. Un rischio che la Nato vorrebbe evitare, visto che il mondo che verrà dopo il Covid-19 si preannuncia ancora più complesso di quello attuale. “Delle conseguenze economiche ci saranno sicuramente – ha detto Stoltenberg – ma è ancora presto prevedere che impatto avranno sui buget della Difesa”. Un messaggio è però chiaro proprio in questo periodo: “Investire nella Difesa non serve solo per affrontare minacce militari, ma anche per fornire capacità importanti alle società civili in situazioni d’emergenza”.

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