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Borrell non canta l’inno Ue ma Frank Sinatra. E Pechino gode

Né con la Cina, né con gli Usa. Josep Borrell detta, anzi raddrizza la linea di politica estera dell’Ue. Con un post sul suo blog l’Alto rappresentante spiega perché l’unione deve rimanere equidistante da Washington e Pechino.

In questo momento Bruxelles “rischia di finire incastrata in mezzo alle correnti delle grandi potenze che ci chiedono di” scegliere una posizione”, scrive l’ex ministro degli Esteri spagnolo.

“Per l’Ue non è sempre semplice mantenersi in equilibrio quando queste correnti si fanno più forti. Dovremmo essere cristallini, e non naïve o nostalgici sul modo in cui dobbiamo rispondere”.

“Le nostre relazioni con la Cina sono senz’altro complesse e articolate – dice Borrell – le parole” rivale sistemico” hanno attirato grande attenzione, forse più per l’espressione “rivale” che per “sistemico”. Ma questo non vuol dire che ci stiamo imbarcando in una rivalità sistemica”.

Il passaggio è politicamente delicato. Nel 2019 la Commissione Ue, di cui oggi Borrell è vicepresidente, ha pubblicato un documento strategico in cui Cina e Russia venivano descritti proprio come “rivali strategici”. La precisazione dell’Alto rappresentante suona dunque come una aperta smentita di quella linea. Non è la prima volta che Borrell si fa promotore di un’inversione di rotta nei rapporti fra l’Unione e Pechino.

Nel post il diplomatico non manca di ricordare le molte divergenze che negli ultimi mesi hanno messo chilometri fra i due blocchi. Su tutte, la vicenda di Hong Kong. Su questa, “e più in generale sui diritti umani ogni parte ha chiarito la sua posizione, ma il gap principale rimane”.

Un altro fronte di discordia è quello della disinformazione. La commissaria Jourova mercoledì ha presentato con Borrell un comunicato congiunto in cui, scrive lui oggi, emerge chiaramente come anche “la Cina, fra gli altri, sia entrata in questo spazio”.

Serve reciprocità, aggiunge, “dal procurement al 5G fino all’e-commerce e i servizi finanziari”.

Nonostante tutto, l’Ue non è però chiamata a scegliere da che parte stare nella nuova Guerra Fredda fra Usa e Cina, dice Borrell. L’esatto contrario di quanto auspicato dal segretario di Stato Usa Mike Pompeo. In una recente conferenza stampa, il capo della diplomazia statunitense riferendosi alla Cina ha spiegato che “non c’è equivalenza fra le nostre due forme di governo. Noi abbiamo lo stato di diritto. La Cina no. Abbiamo la libertà di parola e accettiamo le proteste pacifiche. Loro no.

“I rapporti transatlantici rimangono vitali per l’Europa e per i valori che condividiamo. Ma stanno anche attraversando difficoltà e fatiche. L’amministrazione Trump ha preso decisioni unilaterali con cui non sempre concordiamo”.

Di qui la necessità, spiega Borrell, che cita il suo incontro di martedì con il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, “diplomatico di straordinaria esperienza”, di non farsi trascinare nello scontro globale fra superpotenze.

“Dobbiamo usare come compasso non le aspettative o le pressioni da fuori ma quel che vogliamo e necessitiamo come Ue”. I Paesi Ue , conclude citando Frank Sinatra, “devono fare My Way, con tutte le sfide che questo comporta”.

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