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Così Angela Merkel ha messo in cassaforte il Recovery Fund

Al via oggi l’atteso Consiglio europeo, l’ultimo dell’anno. Sul tavolo il clamoroso accordo con Ungheria e Polonia per sbloccare il sì al bilancio Ue, frutto della mediazione tedesca. Una vittoria per Varsavia ma anche per l’Europa

Potere di Angela Merkel. Nell’ultimo Consiglio europeo dell’anno, forse quello più importante, l’Europa sta per trovare l’intesa sul bilancio comunitario, senza il quale non è possibile attivare il Recovery Fund da 750 miliardi di euro. Ed è merito, soprattutto, della Germania. La Polonia e l’Ungheria hanno infatti trovato un accordo con la cancelliera per sbloccare il Recovery Fund e il bilancio dell’Unione europea, rimasti bloccati dal veto dei due Paesi.

Budapest e Varsavia rifiutavano infatti di legare i finanziamenti europei alla clausola dello stato di diritto, cioè al rispetto delle regole democratiche. Ora non resta che l’ufficialità, che dovrebbe arrivare nel corso del Consiglio, in programma oggi e domani. Fatto sta che starebbe per decadere l’opposizione di Polonia ed Ungheria, con la mediazione della Germania, che detiene la presidenza di turno dell’Unione, e con la quale è stato trovato un accordo che si baserebbe sulla riscrittura della clausola che obbligava tutti a rispettare lo stato di diritto per poter accedere ai fondi. Una vittoria per Varsavia, che comunque otterrà, insieme all’Ungheria, clausole più flessibili.

Guardando ai lavori odierni, a partire dalle 13, dopo il tradizionale discorso preliminare del presidente del Parlamento europeo David Sassoli, i leader dei 27 esordiranno parlando della pandemia di Covid-19 e degli sviluppi positivi sui vaccini. “Ciò non significa tuttavia”, ha avvertito il presidente del Consiglio, Charles Michel, “che la pandemia sia finita. Ora possiamo intensificare i nostri preparativi per la diffusione e la distribuzione dei vaccini. Dobbiamo sostenere i nostri sforzi per coordinarci sui test e sull’eliminazione delle restrizioni, anche per i viaggi, quando la situazione epidemiologica lo consente”.

Come secondo punto in agenda, si cercherà quindi di superare il veto polacco-ungherese sul bilancio pluriennale e i fondi di Recovery, con buone probabilità di successo sulla base della proposta tedesca presentata ieri ai ventisette. Michel si dice “fiducioso che si possa trovare un accordo su un pacchetto comune per consentire la rapida attuazione sia del quadro finanziario pluriennale che del Fondo per la ripresa”.

Una buona parte della discussione sarà poi dedicata ai nuovi obiettivi climatici per il 2030, per i quali occorre un non facile accordo unanime. Secondo Michel, l’obiettivo della riduzione delle emissioni almeno del 55% entro il 2030 “è alla nostra portata”, e “il lavoro sul modo migliore per raggiungere questo ambizioso obiettivo è a buon punto”. L’accordo “sarebbe un risultato importante e sosterrebbe la nostra rivendicazione di svolgere un ruolo di primo piano nella lotta al cambiamento climatico”, sottolinea il presidente del Consiglio europeo.

Alla cena di lavoro si parlerà delle nuove prospettive di rilancio del rapporto transatlantico con la nuova amministrazione Biden, con l’intenzione di “gettare le basi per un partenariato forte e paritario”. E si darà probabilmente il via libera alle sanzioni, a questo punto pressoché inevitabili, contro la Turchia.

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